Honeywell, presentati due progetti di riconversione. Si' di Fim, ma Fiom: 'Improponibili...'
La Eldor Corporation, colosso che opera nel settore automotive e in particolare in quello automobilistico, e la Imm Hydraulics di Atessa: sono queste le società che hanno presentato al ministero dello Sviluppo economico un proprio progetto per la riconversione del sito Honeywell di Atessa (Ch). "Nel primo caso - fa sapere Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl - l’impatto occupazionale si attesta intorno ai 109 dipendenti. Il secondo prevede 110 dipendenti, da cui decurtare 16 lavoratori già assunti". Progetti che dividono i sindacati metalmeccanici. Da un lato, infatti, Fim dice che si tratta di un buon inizio; dall'altra Fiom boccia le proposte. Lo stabilimento Honeywell, che produceva turbocompressori, è stato chiuso nel giugno scorso, con interruzione della produzione e 337 licenziamenti. I piani di reindustrializzazione, come da accordi, andavano presentati entro il 30 giugno e la loro valutazione sarà effettuata entro il 30 settembre. "E' positivo - riprende Uliano - che in un così breve periodo si siano manifestate due proposte industriali concrete. Per noi, fatto salvo la solidità aziendale, è indispensabile dare priorità all'occupazione. Abbiamo chiesto - aggiunge - di poter avere tutte e due le presenze industriali, in modo da ottimizzare la risposta alla necessità di lavoro. Entro il 13 settembre si farà una prima verifica". Giudizio negativo, invece, da parte di Fiom Chieti, e del suo segretario Davide Labbrozzi, che interviene con una nota durissima. Fiom non ritiene percorribile alcuna delle due ipotesi e chiede "altri quattro mesi per poter raccogliere ulteriori proposte". Secondo Fiom, infatti, il "progetto Eldor, molto interessante, prevede tempi lunghi di realizzazione, ossia cinque anni. Quello della Imm, che si realizzerebbe in due anni "non è che l'estensione della fabbrica attuale. Honeywell, di fatto, diventerebbe un nuovo reparto della Imm -, cioè le braccia di una mente che ragiona altrove e di un cuore che batte da un'altra parte. Tra l'altro le assunzioni della Imm sarebbero a tempo determinato, un obbrobrio, ancora altra precarietà in un territorio martoriato dall'incertezza. Il numero di posti di lavoro creati sarebbero complessivamente troppo bassi rispetto a quelli persi con lo smantellamento Honeywel. E gli investimenti annunciati da una delle imprese sono particolarmente bassi e a nostro avviso insufficienti per la realizzazione di un vero soggetto industriale". Fiom "non ritiene possibile procedere spediti in nessuna delle due tracce delineate. La lotta sindacale - evidenzia - ha costretto Honeywell a cedere a titolo gratuito lo stabile, al fine di restituire il maltolto. Uno stabile dal valore elevato, 12 milioni di euro, che non può essere regalato al primo imprenditore di passaggio. Nella prossima riunione al Mise del 13 settembre - conclude Labbrozzi - ribadiremo la necessità di alzare il numero delle persone da reimpiegare, di dare un lavoro a tempo indeterminato agli ex Honeywell che saranno coinvolti, di sviluppare un'iniziativa industriale che vada lontano".
01 agosto 2018

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