Parte nella maniera più... rovente possibile la stagione estiva. Il primo giugno è vicino e le regole, per quanto riguarda l'accesso in spiaggia, appaiono molto stringenti. "Una mazzata", tuona Riccardo Padovano, presidente regionale del sindacato balneari di Confcommercio.
Le linee guida sulla riapertura degli stabilimenti, inviate ieri da Inail e Istituto superiore di sanità, prevedono limitazioni che "rischiano di mandare sul lastrico le imprese del settore". Per i balneatori sarebbe stato sufficiente, a tutela dei bagnanti, uno spazio di 10,5 metri quadrati a ombrellone. La task force nazionale, messa su dal premier Conte, ha invece duplicato questa superficie: cinque metri lineari tra file di ombrelloni, 4,5 metri tra ombrelloni sulla stessa fila. Il che significa circa 22,5 metri quadrati.Tra un lettino o una sdraio e l'altro la distanza minima suggerita è di 2 metri. L'unica deroga prevista è quella per le distanze interpersonali per i soli membri dello stesso nucleo familiare. E poi costi delle app per le prenotazioni a carico dei gestori dei lidi.
I balneatori hanno subito chiamato in causa l’assessore regionale al Turismo, Mauro Febbo, chiedendo un incontro urgente. "Anche altre regioni - afferma Padovano - si stanno mobilitando". Finora ogni Regione ha presentato un piano al Governo, a quanto pare completamente disattesi. Ma la questione è aperta e lo scontro in atto. Anche Federbalneari e Assobalneari attaccano, ritenendo che le linee guida siano insostenibili, perché non tengono in considerazione le differenze territoriali. Tra l’altro nel documento nazionale viene citato il caso di Alba Adriatica (Te) come una delle spiagge con maggiore concentrazione di stabilimenti balneari.
"Certo è che se le misure dovessero essere troppo restrittive e antieconomiche, molti stabilimenti non riapriranno", dicono alcuni degli esponenti dei balneatori del lungomare a nord di Pescara.
"Potremo aprire gli stabilimenti solo se il gioco varrà la candela - avvertono -. La stagione sarà diversa dalle precedenti, e questo è un assunto. Ci saranno delle perdite e anche questa è una certezza”. Gli stessi poi si pongono dei quesiti: "Si stima che tra il 60 e il 70% dei soliti avventori diserterà le spiagge quest'anno per motivi diversi. In quanti potranno permettersi di andare al mare? Quanti avranno voglia di affrontare una giornata in spiaggia con mascherina al seguito? Quali i disagi dovranno affrontare le persone comuni per vivere l'estate nel modo più soddisfacente possibile?" Al momento sono domande senza risposta.
Lo scenario in un qualsiasi stabilimento o spiaggia attrezzata, quest'anno, stando alle indicazioni Inail, potrebbe essere il seguente. Termoscanner di benvenuto; mascherina indossata all'ingresso e nelle aree delle strutture, potendo essere abbandonata solo sotto l'ombrellone o per andare a fare il bagno in acqua; annotazione delle presenze in spiaggia giorno per giorno; presentazione di un esame sierologico all'ingresso dello stabilimento per dimostrare di non essere positivi (esame che ovviamente dovrebbe essere ripetuto diverse volte durante la stagione).
Si suggerisce di prevedere la prenotazione, "preferibilmente obbligatoria", anche per fasce orarie. Per il pagamento dovrebbe essere favorito l'utilizzo di sistemi veloci (card contactless) o con carte prepagate o attraverso portali/app web in fase di prenotazione. Cabine da utilizzare solo da membri della stessa famiglia; nei bagni e nelle docce l'indicazione è di rispettare il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni; vietati giochi di gruppo e accessi alle piscine; occorrerà garantire la presenza di dispenser per l'igiene delle mani, a disposizione dei bagnanti in luoghi facilmente accessibili. Ai gestori si suggerisce di effettuare una pulizia regolare almeno giornaliera di superfici e arredi di cabine e aree comuni. E andrà svolta una sanificazione regolare e frequente di attrezzature, materiali e servizi igienici. I bagni, viene indicato, dovranno essere puliti più volte durante la giornata e disinfettati dopo la chiusura. All'interno del servizio dovranno essere disponibili, oltre al sapone per le mani, prodotti detergenti e strumenti usa e getta per la pulizia che ciascun cliente potrà fare in autonomia.
Servizio sotto gli ombrelloni o ai tavoli per evitare assembramenti al bar. Va da sé che, per ripartire con queste misure, ogni esercizio dovrebbe poter contare su una somma che possa permettere di limare le perdite. Quali potrebbero essere le vostre soluzioni? “Vorremmo - dichiarano - un abbattimento del canone, della Tari e dell’Iva che per noi è del 22%. Già se fosse abbassata al livello del 10%, come per i ristoranti, sarebbe un aiuto”.
Nel frattempo, gli stabilimenti nei giorni scorsi hanno manifestato con l'apertura simbolica di un ombrellone e sfoggiando magliette da bagnino sulle quali il Sib (Sindacato Italiano Balneatori) ha scritto “Per lo Stato non esistiamo”.
Fernando Errichi
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