"La crisi del settore automotive sta travolgendo gli stabilimenti Stellantis in Italia, ma non è tutta colpa della transizione alla mobilità elettrica": così, in una nota, l'Usb - Unione sindacale di base Abruzzo e Molise e lo Slai Cobas di Chieti che, per l'8 novembre prossimo, hanno indetto uno sciopero di 8 ore, su tutti i turni, nello stabilimento Stellantis di Atessa (Ch).
Per quanto sta accadendo - sottolineano - "vi sono responsabilità gravi di Stellantis, che ha scelto di marginalizzare la produzione negli stabilimenti italiani e dei governi che, da Marchionne, nel 2010, hanno collaborato allo smantellamento delle produzioni in Italia e hanno ignorato i progressivi e persistenti investimenti in altri Paesi", del colosso metalmeccanico, "limitandosi alla ricezione acritica delle promesse di nuovi modelli, senza garanzie occupazionali".
"Il quadro attuale - viene aggiunto - è complicato per le scelte politiche che hanno preferito finanziare con 13 miliardi, la rincorsa agli armamenti, un’economia di guerra, condannando l’automotive in Italia all’estinzione: ultimo colpo inflitto dal governo Meloni il taglio dei fondi europei pari a € 4,6 miliardi destinati alla transizione energetica per contrastare nei prossimi anni i disastri socio-ambientali conseguenti la crisi climatica".
"Si assiste da mesi - sottolineano ancora le due sigle sindacali - allo stucchevole scontro tra governo e Stellantis che, come consuetudine storica, chiede di socializzare la crisi per preservare i profitti, continuando a riservare dividendi miliardari agli azionisti. A pagarne il conto, come al solito, sono i lavoratori con netta riduzione dei salari provocata dalla cassa integrazione mensile, utilizzata anche in modalità discriminatoria nei confronti degli operai fragili o scomodi e le migliaia dell’indotto e delle ditte appaltanti che già da tempo subiscono la politica Stellantis di efficientamento, con taglio dei costi".
"E' sempre più evidente il rischio di ulteriori ridimensionamenti o chiusure dei siti italiani. La vicenda della Gigafactory di Termoli è emblematica delle ambiguità Stellantis, non è esclusa la fabbrica di Atessa, considerate le scelte di delocalizzazione dei veicoli commerciali leggeri che privilegiano gli stabilimenti gemelli in Polonia e in Francia per la futura realizzazione di furgoni alimentati ad idrogeno".
"La nascita dello stabilimento in Val di Sangro a fine anni ‘70 è stata determinata dalla caparbietà e lungimiranza dei lavoratori e dei cittadini contribuenti d'Abruzzo, resistenti e contrari, al progetto di un polo petrolchimico, i quali oggi con la stessa ostinazione pretendono garanzie future a tutela dell’interesse collettivo e socio economico per evitare la desertificazione di intere comunità".
I sindacati autonomi chiedono la "riduzione dell’orario lavorativo settimanale a parità di salario, ammortizzatori sociali che coprano il 100% delle retribuzioni, una legge stringente sulle delocalizzazioni, incentivi statali a garanzia dei livelli occupazionali futuri". 04 nov. 2024
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