Trabocco, travocco, caliscendi... Leggi e leggine, e in ogni legge un nome diverso

Ma qual è il termine giusto per indicare le antiche macchine da pesca che punteggiano il litorale della provincia di Chieti? Neppure la Regione Abruzzo, che ha legiferato in continuazione su di esse, ha le idee chiare. 

Nella normativa che va dal 1994 ad oggi, infatti, queste particolari e caratteristiche strutture che si aprono tra terra e mare, vengono definite con diversi appellativi. Ogni norma ha provveduto, nel tempo, a darne uno differente!

Si comincia con la prima legge regionale, la 93 del 1994, che titola testualmente "Disposizioni per il recupero e la valorizzazione dei trabucchi della costa abruzzese".

Nel 1997, la legge numero 99, però, si appresta a precisare: "Il termine Trabucchi utilizzato nella legislazione regionale è sostituito dal termine Travocco". 

Qualche anno più tardi, la numero 71 del 2001, trascura questo particolare e anche nel testo non viene mai usata quella che doveva essere la nuova denominazione di travocco. Così, nel 2009, il legislatore rimedia e con l’ennesima legge di modifica, la numero 13, sempre con un apposito articolo, ribadisce che il termine "Trabucchi" è sostituito dal termine "Travocco". Ma non finisce qui. Lo stesso legislatore inserisce anche un’altra tipologia di trabocchi e con l’articolo 3 bis regolamenta, in modo simile ai trabocchi, anche il "recupero, salvaguardia e valorizzazione dei trabocchi da molo, anche detti "caliscendi" o "bilancini" della costa abruzzese". Si tratta, chiarisce sempre il legislatore, "di quelle strutture costituite da una trave in legno inclinata ed aggettante verso il mare con all’estremità una rete tesa da telaio quadrangolare con varacche destinate a proteggere i pescatori e le loro attrezzature da eventi meteorologici".

Ma più sorprendente è che mentre ci si affanna nel precisare la terminologia delle strutture normate, nei testi delle varie leggi citate viene sempre utilizzato solo il termine trabocco/chi. Adesso a confondere ancora di più le idee, ci si mette anche l’emendamento appena approvato dal Consiglio regionale. Che recita testualmente: "Il termine "travocco" utilizzato nella legislazione regionale viene mantenuto per i soli impianti ubicati nel porto di Pescara. Per gli impianti ubicati sulla costa teatina il termine "travocco" è sostituito con il termine "trabocco".

Dunque, per la prima volta, si introduce anche una differenza, in base alla diversa ubicazione territoriale all’interno della stessa regione. O forse, a Pescara, il termine dialettale è più diffuso?

Insomma, fatto alquanto emblematico per la politica abruzzese: se non ci si mette d’accordo sulla terminologia, in 25 anni di legislature, si comprende come spesso sia difficile trovare accordo su questioni ancora più importanti e complesse…

Marianna Di Desidero

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