Il porto di Ortona è pericoloso e rischia di chiudere se non si interviene subito. E’ questo il grido d’allarme lanciato dal Flag Costa dei Trabocchi e dagli operatori della pesca che utilizzano lo scalo, uno dei principali d'Abruzzo.
Il pericolo concreto ha spinto già diverse imbarcazioni, 12 pescherecci e una ventina di vongolare, a chiedere ospitalità ai porti di Pescara e Vasto. "Le condizioni meteorologiche previste per il fine settimana, con forti venti di scirocco in arrivo - rivelano i componenti della marineria di Ortona - ci hanno spinto a chiedere riparo altrove. Da quando sono stati fatti i lavori del molo nord accade spesso di avere questi problemi: cime spezzate, parabordi che esplodono e notti intere passate a bordo per paura di ritrovare le barche danneggiate la mattina. E’ una situazione ormai insostenibile, anche perché non possiamo sperare sempre nella generosità dei porti vicini dal momento che noi il nostro ce l’abbiamo. Basterebbe anche qualche intervento tampone, in attesa del completamento del molo sud".
All’origine del problema il mancato completamento dei lavori dell’avanporto, realizzato solo per metà e che avrebbe dovuto risolvere la questione dell’insabbiamento. Ma così non è stato. "Questo provoca un fenomeno molto pericoloso, - spiega il presidente del Flag Costa dei Trabocchi, Franco Ricci - ossia che i marosi sbattono sul molo nord e arrivano con maggiore violenza all’interno del porto specialmente quando giungono da scirocco, rappresentando un grave rischio sia per i lavoratori che per le stesse imbarcazioni. E’ una situazione che non può più andare avanti". Prosegue Ricci: "Il rischio è che si arrivi alla chiusura del porto per mancanza di sicurezza. Per questo rivolgiamo un appello alla Regione affinché si intervenga subito, dal momento che i fondi ci sono".
Si tratta di 40,5 milioni di euro previsti dal Masterplan Abruzzo. La tabella di marcia degli interventi, annunciati lo scorso mese di giugno, prevede che il porto sia terminato entro il 31 dicembre 2024. Una data che, tuttavia, agli operatori appare troppo lontana. 04 dic. 2020
Massimiliano Brutti
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