Coronavirus. 'Spiagge libere? Gestite dai balneatori'. Ma è polemica feroce. 'Per i controlli giovani disoccupati'

Stessa spiaggia stesso mare dal primo giugno in Abruzzo? Chissà... Quali le linee guida generali che balneatori e operatori turistici dovranno adottare in vista della apertura della stagione estiva. Quale tipo di affidamento e vigilanza saranno adottati, a causa del coronavirus, relativamente alle spiagge libere per garantirne la fruibilità in sicurezza? 

L'idea della Regione, avanzata anche in una riunione tenuta oggi a L'Aquila, è di affidare ai gestori dei lidi anche gli arenili liberi da concessioni. Ed è polemica feroce. Insorge Rifondazione comunista. 

All'incontro, con amministratori di comuni costieri, balneatori e associazioni di categoria e datoriali che operano nel settore, hanno partecipato il governatore Marco Marsilio; l'assessore regionale al Turismo,  Mauro Febbo, e Nicola Campitelli, assessore al Demanio marittimo."Dopo le industrie del manifatturiero, che rivestono un ruolo strategico a livello nazionale e internazionale - ha detto Febbo -, c'è la necessità, riconosciuta da tutti, che anche il comparto delle imprese del turismo riparta al più presto, che con la sua capacità di generare il 13-14% del prodotto interno lordo, fa da traino ad altri settori come quello della ristorazione, del commercio e dell'agricoltura".

Febbo ha ricordato che, a causa dell'emergenza sanitaria in atto che vieta gli spostamenti da uno Stato all'altro e da una regione ad un'altra se non per comprovati motivi di urgenza o di salute o di lavoro, il turismo, sia marittimo che in montagna, potrà contare quest'anno solamente sulle presenze “domestiche”, essendo ridotte a zero quelle straniere. Le esigenze principali avanzate dagli operatori del settore sono state: disponibilità piena a contribuire a contenere il disagio; richiesta di tutele in favore dei lavoratori del settore che finora non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno; unanimità sulla necessità di proibire sulle spiagge qualsiasi forma di pratica sportiva; la riduzione o l'abolizione temporanea dei canoni concessori, a fronte della previsione di un drastico calo del fatturato; consumo dei pasti solamente sotto gli ombreggi, negli stabilimenti ove sussistano punti di ristoro come bar o ristoranti; tavolo di coordinamento tra Regione, i 19 comuni costieri, le associazioni e le aziende di settore a scopo di monitoraggio delle misure di sicurezza e per mettere tempestivamente a punto eventuali azioni correttive.

Altra questione le spiagge libere che, secondo Febbo, devono essere affidate a privati che ricevono le prenotazioni on line e assegnano posti. Insomma tutti controllati. E, a pagare questo servizio a coloro che lo gestiranno, sarebbe la Regione. Marsilio ha richiamato l'attenzione sul fatto che, non essendo disponibile un budget specifico, non sarà facile mettere in piedi in pochi giorni una organizzazione tale da poter fare controlli puntuali e capillari in modo da rendere sicure e accessibili questi arenili, ma che comunque questa azione si rende necessaria.

"Proposta irricevibile quella sulle spiagge libere", tuona Prc, in una nota a firma di Marco Fars e Corrado Di Sante, il primo segretario regionale, il secondo provinciale di Pescara. "In Abruzzo - fanno presente - gran parte delle spiagge, per scellerata politica di centrodestra e centrosinistra,  sono occupate dai privati. Ora affidare anche le spiagge libere ai balneatori e pagarli pure a spese dei contribuenti è davvero folle. La spiaggia libera deve rimanere tale, certo bisogna provvedere ai controlli, ma questi non possono essere affidati ai balneatori in cambio di ulteriori prebende, che in ogni caso graverebbero sulle tasse di tutti. Il coronavirus - sostengono - non può essere una scusa per un ulteriore allargamento degli stabilimenti balneari, che qui non hanno mai brillato nel rispetto delle regole, delle norme e della tutela ambientale. Se la Regione ha risorse disponibili le eroghi a giovani disoccupati, che di certo non mancano, per consentire la gestione e la fruizione in sicurezza delle spiagge libere, un modo per alleviare le difficoltà di tante famiglie ed evitare che anche in tempo di crisi siano sempre i soliti a beneficiare del denaro pubblico".

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