“L’incapacità, l’incompetenza e il menefreghismo hanno ucciso i nostri angeli. La giustizia italiana sta uccidendo i familiari”, questo il commento di mamme, padre e fratelli delle vittime di Rigopiano in uno striscione slargato davanti al tribunale di Pescara, all’ennesimo rinvio del procedimento in corso, davanti al gup Gianluca Sarandrea, per il disastro del resort e il depistaggio della successiva inchiesta.
Il 18 giugno 2017 l’albergo Rigopiano a Farindola (Pe) è stato travolto, devastato e seppellito da una valanga di 120.000 tonnellate. Sotto le macerie del resort, che si trovava a 1.200 metri, sul versante pescarese del Gran Sasso, morirono in 29. L’astensione nazionale degli avvocati, proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane, ha fatto oggi saltare l’ennesima udienza preliminare, rimandata al prossimo 23 luglio. Sconcertati, arrabbiati e delusi i familiari , che chiedono “giustizia certa e giustizia urgente”, non solo per le vittime di Rigopiano ma anche per le altre stragi, tra cui quella del Mottarone.
“Dodici udienze e dodici rinvii. Ogni udienza, più di un’ora per l’appello e pochi minuti per il dibattito. Basta!”, recita un altro striscione. Tra i cartelli anche quello del Comitato nazionale stragi italiane “Noi non dimentichiamo”, con la scritta “Uniti nel dolore e nella lotta”. 25 giu. 2021
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