Ambulanze private usate per il trasporto della droga tra la Sicilia e l'Abruzzo.
E' emerso dall'operazione 'Red drug', della Guardia di finanza di Messina e dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata) di Roma, che, alle prime luci dell'alba, ha portato all'arresto di 8 componenti di un'organizzazione criminale dedita al narcotraffico in piena pandemia. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti.
Le indagini, dirette dalla Direzione distrattuale antimafia di Messina, hanno consentito, anche tramite intercettazioni telefoniche, ambientali e di polizia giudiziaria, di individuare tutte le fasi, dalla pianificazione dell'approvvigionamento al trasferimento, di ben tre carichi di stupefacenti.
Nonostante le restrizioni previste dal Governo durante il periodo del lockdown, quando a tutti era precluso qualsiasi spostamento per la "zona rossa", da qui il nome dell’operazione, gli indagati si muovevano indisturbati. Oltre a fare ricorso ai consueti metodi di mascheramento delle comunicazioni, hanno cinicamente sfruttato la fase emergenziale causata dal Covid-19 e la purtroppo frequente presenza, per quel periodo, di ambulanze che attraversavano le città.
Ad architettare il traffico il pregiudicato messinese S.G., dell'88, contiguo al clan mafioso degli Spartà, e i pregiudicati catanesi S.C., del 77 e L.P., del 68, legati alla famiglia Nizza, facente parte del clan catanese Santapaola-Ercolano. Al lavoro, poi, nel gruppo, i messinesi F.G., del 75, e M.F., dell'81, e il brontese A. M., del '73 i quali, in qualità di corrieri, curavano l’approvvigionamento e la distribuzione, in Abruzzo e Sicilia, delle partite di narcotico, principalmente marijuana, fornite da un pregiudicato di origini messinesi ma domiciliato a Roma, F.F., in arte Gianpiero, del '60. Nel febbraio di quest’anno le Fiamme gialle hanno intercettato un primo carico di circa 25 chilogrammi di stupefacente, destinato a Pescara, a favore di S.M., del '72, elemento di spicco del clan Spinelli, di etnia rom. La partita di droga veniva procacciata dai siciliani, trasportata dai corrieri, quando le strade erano libere a causa del coronavirus e delle restrizioni vigenti, e fornita dal 'romano' Gianpiero. Stessa organizzazione per un secondo carico di circa 30 chili di marijuana, da far recapitare a Messina sempre su input dei narcotrafficanti siciliani.
In quell'occasione, non avendo notizie del corriere ed ipotizzando che fosse fuggito, gli arrestati organizzavano un'azione di ritorsione nei confronti dei familiari. "Ci ammazziamo la famiglia direttamente... saliamo la e lo scotoliamo", si sente nelle intercettazioni. "Che gli sia passato per la testa che si poteva vendere quel coso e se ne scappa con i soldi... gli ammazziamo la mamma, la sorella, i figli, la moglie... che ha figli... moglie? Che ha? Gli sequestriamo la famiglia qua...". Il "pacco" è stato poi recuperato.
In entrambi i casi, l'organizzazione, per eludere i controlli di polizia intensificati durante il lockdown, ha usato per il trasporto una ambulanza di un'associazione onlus messinese.
Una quindicina di giorni dopo, un terzo carico di circa 35 chilogrammi di marijuana, questa volta a bordo di un camion per il trasporto di alimenti, partiva alla volta della Sicilia. Anche in questo caso, la partita di droga veniva sequestrata allo sbarco nel porto commerciale di Tremestieri a Messina.
Gli accertamenti, oltre ad aver represso un lucroso traffico di droga sull’asse Roma-Pescara-Messina, hanno quindi documentato un consolidato e stabile collegamento criminale fra esponenti dei noti e blasonati clan siciliani Spartà di Messina e Santapaola-Ercolano di Catania anche con il noto clan pescarese Spinelli, imparentato con i noti potenti clan romani dei Casamonica e degli Spada che, dagli anni 90 ad oggi, sono balzati agli onori della cronaca per i collegamenti con la ‘ndrangheta, la camorra, la sacra corona unita e la criminalità di stampo albanese, soprattutto per quanto attiene il traffico di stupefacenti. 18 giu. 2021
Serena Giannico
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