Seguirono, con una Fiat 500, e poi derubarono un addetto al ritiro monete delle slot machine. Ora, dopo sei mesi, sono finiti agli arresti.
Individuati dalla Squadra Mobile della Questura di Pescara alcuni dei responsabili di una rapina compiuta a Pescara, in via Raiale, il 6 novembre scorso, davanti al bar "La Nuova Torretta", ai danni di un dipendente della "Romagna Giochi Srl". Quattro i destinatari di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Pescara Antonella Di Carlo, su richiesta del pm Fabiana Rapino. Nei guai i cugini Valerio e Luca Di Lazzaro, di 26 e 20 anni, autori materiali del colpo; di Sergio Di Censo di 32 anni e Michela Domenicucci di 36 anni. Tutti di Pescara, del quartiere Rancitelli, eccetto lei che è originaria di Chieti e risiede a Francavilla al Mare. Altri due sono stati denunciati.
A illustrare i particolari delle indagini che hanno portato agli arresti sono stati, questa mattina, il vice questore Alessandra Bucci e il capo della Mobile, Dante Cosentino.
Quel giorno i due cugini, volti nascosti da cappuccio e mascherina e armati di pistola, assalirono e ripulirono un impiegato della società romagnola che stava raccogliendo il denaro nelle slot-machine e negli apparecchi cambiamonete gestiti dall'azienda. Dopo essere uscito dal locale, l'uomo fu affrontato dai malviventi e derubato della macchina, una Fiat Panda Van aziendale, sulla quale c'erano 25mila euro, per lo più in monete. Una telecamera di videosorveglianza di un condominio ha ripreso la scena e da quelle immagini è partita l'attività delle forze dell'ordine.
I furfanti si sono allontanati con la Panda, poi abbandonata, ma subito ritrovata dalle forze dell'ordine in quanto dotata di gps. A bordo c'era l'arma. Nel frattempo i giovani si erano dileguati su una seconda vettura trovata su strada Vecchia Fontanelle. Nella zona trovati anche contanti lasciati per la fretta, 6.400 euro.
Le indagini non sono ancora concluse. I quattro devono rispondere del reato di rapina, mentre i due autori materiali anche del porto abusivo d'arma; alla donna contestata la calunnia, perché ha cercato di incolpare due romeni per il furto di una delle auto utilizzate dai malviventi. La pistola adoperata per il colpo, privo di caricatore e dunque non in grado di sparare, è stata sequestrata: è di produzione austriaca, del 1912. 06 mag. 2021
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