Nel corso del 2020 sono stati registrati in Italia 75.891 decessi Covid-19 che corrispondono al 10,2% delle morti complessive. I dati sono del Cresa, Ufficio Studi dell'Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d'Italia elaborati su dati Istat e dell'Istituto superiore di sanità.
L’Abruzzo riporta 1.238 decessi per Covid che corrispondono al 7,6%, valore più elevato di quello che si osserva nel Mezzogiorno. Sono soprattutto Pescara con 352 morti Covid e L’Aquila con 349 casi, in entrambe con un peso di poco superiore al 9%, a pagare il più alto tributo per decessi Covid. Chieti e Teramo si assestano su valori assoluti (rispettivamente 270 e 267 casi) e percentuali (5,6% e 7,1%) inferiori. Tutto il territorio nazionale mostra un’incidenza di decessi Covid pari allo 0% nel corso della fase pre-pandemica (gennaio-febbraio 2020) e nel complesso inferiore all’1% in quella di transizione.
La rilevanza delle morti Covid sul totale dei decessi subisce importanti rialzi nelle due ondate pandemiche, rialzi che interessano soprattutto il Nord Ovest (I ondata: 27,4%; II ondata: 20,9%) e Nord Est (I ondata: 17,8%; II ondata: 24,8%), il primo colpito più pesantemente nel periodo marzo-maggio, il secondo tra ottobre e dicembre. I "lievi danni" da decessi da Covid riportati nel corso della prima ondata da Centro e Mezzogiorno (rispettivamente: 8,2% e 3,7%) si aggravano notevolmente nell’ultimo trimestre dell’anno (rispettivamente 15,8% e 14,4%). Per quanto riguarda l’Abruzzo si osserva che l’incidenza dei decessi da Covid su quelli totali si alza dal 10,4% della prima ondata al 17,1% della seconda. Nel primo dei suddetti periodi a “soffrire” maggiormente è la provincia di Pescara (21,0%), mentre l’Aquila, che resta pressoché indenne tra marzo e maggio, paga nel secondo periodo il prezzo più elevato (28,0%). 24 giu. 2021
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