Dopo dieci giorni trascorsi tra agonia e speranza, non ce l'ha fatta. Sandra Zanchini (nella foto), 56 anni, di Ravenna, è morta all’ospedale di Pescara dove era ricoverata, in coma e in Rianimazione, dallo scorso 22 giugno, quando, durante un'escursione, è stata colpita alla testa da uno dei frammenti di roccia che si sono staccati, all’improvviso, dalle pareti delle gole di Fara San Martino (Ch).
La donna era impegnata, con il marito e altri amici dell'associazione "Trail Romagna", in una passeggiata nel canyon, all'interno del parco nazionale della Majella. Si trovava sul sentiero che porta al monastero, quando si è verificato l'incidente. E' stata centrata da una delle pietre che, scivolate dalle pareti, sono piombate sulla comitiva. Il sasso le ha sfondato il cranio. Subito le sue condizioni sono apparse gravissime, e a nulla sono serviti gli interventi chirurgici ai quali è stata sottoposta.
"Mia moglie mi teneva la mano - racconta il marito, Davide Baiocchi, avvocato di Ravenna -, quando una pietra le è fiondata sul capo. Ci trovavamo nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Quella zona avrebbe dovuto essere messa in sicurezza".
Questo il messaggio pubblicato su Facebook da "Trail Romagna": "Il nostro sconforto è immenso perché, insieme a lei, se ne va un pezzo di noi, quella parte che abbiamo da sempre condiviso con lei: i sorrisi, la solarità, l’amore per lo sport. La sua generosità e il suo altruismo permetteranno a qualcuno di vivere meglio e questo ci farà pensare di averla ancora con noi. Trail Romagna, che fin dal giorno del tragico incidente, è stata vicina alla sua famiglia, esprime il più sentito cordoglio. Ogni attività associativa è annullata e l’Urban Trail che per motivi organizzativi non potrà essere sospeso, vestirà i colori del lutto rinunciando a ogni forma di animazione a favore del silenzio".
Condoglianze dal sindaco di Fara, Carlo De Vitis, che in questi giorni è stato in contatto costante con i congiunti della signora. Domani nella parrocchia di San Remigio Vescovo a Fara sarà celebrata una messa in memoria della donna. Dalla famiglia è stato chiesto il nulla osta perla donazione degli organi, concesso dalla Procura di Lanciano. E, nella notte, all'ospedale di Pescara, sono stati espiantati cuore, fegato, reni e cornee, che andranno a salvare altre vite.
Serena Giannico
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