Lanciano. Morte Anna Maria D'Eliseo: l'autopsia non chiarisce il giallo
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Il giallo resta. I dubbi permangono. Bisogna attendere per conoscere le modalità che hanno portato alla morte della collaboratrice scolastica Anna Maria D’Eliseo, 60 anni, trovata senza vita venerdì scorso in una rimessa esterna alla propria villa di contrada Iconicella a Lanciano (Ch).

L'autopsia, effettuata questa mattina, all'ospedale di Fermo, dal medico legale Cristian D’Ovidio, pur parlando di morte per asfissia traumatica, non ha chiarito la dinamica dei fatti. E, quindi, saranno effettuati ulteriori esami, come quelli di natura tossicologica e su lembi di pelle prelevati sulla salma: i risultati si sapranno entro 60 giorni. Un mistero che si fa fitto e che, al momento, vede inquisito, per omicidio volontario, il marito della vittima, Aldo Rodolfo Di Nunzio, 70 anni, vigile del fuoco in pensione. Un caso difficile per i pm Serena Rossi e Francesco Carusi. 

Bocche cucite da parte delle forze dell'ordine e della magistratura. E neppure gli avvocati delle parti in causa, Claudio Nardone, per l'indagato, ed Elisabetta Merlino, che assiste i cinque figli - Nunzio, Loana, Josephine, Giuseppe, Alnadona - proferiscono parola. All'autopsia hanno preso parte anche i consulenti Riccardo Di Tanna, per il marito, e Ildo Polidoro, nominato dai figli.

La bidella, che lavorava agli "Eroi Ottobrini", è stata rinvenuta, lo scorso 15 luglio, dai carabinieri, allertati dal coniuge, nel garage seminterrato, sdraiata a terra, con vicino una scala. "Si è impiccata", ha riferito il marito ai militari, sottolineando che, rientrando, l'aveva trovata esanime, con "un filo elettrico", uno dei tanti contenuti in uno scatolone che era lì nello stanzone, attorno al collo. Lui ha detto di aver tagliato il cavo nel tentativo di salvarla. Ma il suo racconto non ha convinto.

Ha inizialmente sostenuto che quel filo era stato fatto passare, dalla donna, ad un gancio del soffitto. Ma del gancio, che non potrebbe essere stato attaccato da nessuna parte non essendoci appigli, non pare esserci traccia. Poi si sarebbe corretto. Ha detto che il filo era stato infilato ad un tavellone forato del solaio. Ma questa versione non appare verosimile. Attorno al collo della signora c'è un solco... E il dilemma è: lui l'ha strangolata? O lei si è uccisa, non potendo più sostenere una situazione coniugale terribile? Domanda a cui l'autopsia non ha al momento risposto. Le vertebre cervicali, in questo caso, non sono spezzate. 

Quel matrimonio negli ultimi tempi era divenuto un inferno. Con urla continue, imposizioni e, a tratti, botte. Lei per alcuni giorni aveva anche lasciato il tetto coniugale, rifugiandosi dai figli, ma poi era tornata volendo "tenere unita la famiglia". "Non l’ho uccisa io e neppure mai maltrattata", si difende Di Nunzio, ma testimonianze raccolte vanno nel senso opposto. E i familiari sostengono che la donna mai si sarebbe ammazzata. 21 lug. 2022

SERENA GIANNICO

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