Lo sapevano in tanti. E ora che c’è scappata l'aggressione con coma di un ragazzo, Giuseppe D'Astolfo, 18 anni, colpito sabato sera da un violento pugno - è stato trattato come un pungiball - da un altro adolescente, un minorenne, tutti gridano... all'indignazione.
Il giovane ricoverato in Rianimazione all’ospedale di Pescara ha avuto la fortuna di avere accanto la fidanzatina che lo ha aiutato, fra quella piazzuola e quei vecchi binari, a tornare a casa e in seguito ad allertare il 118, altrimenti la situazione sarebbe divenuta più grave e irrimediabile. E sotto il tappeto della cronaca dell'evento, più che la polvere c’è il marciume. Tanti conoscono quell’area di Lanciano (Ch) come una zona franca, dove devi girare la testa e far finta di non vedere: “E che vuoi farci, sono così i giovani…”. Una resa educativa, di testimonianza. Eppure quelli sono figli nostri o figli di nostri amici. Figli di questa città. C’è chi evoca la zona dell'aggressione come “un Bronx a cielo aperto”. E' l’area adiacente la stazione ex Sangritana, stazione dismessa da anni per i treni traslocati in via Bergamo e “rimessa in gioco” come luogo di ritrovo - con appuntamenti cadenzati fra i gruppi Whatsapp e social vari-, da bande di giovincelli o 18enni, per le goliardate pesanti, in balia delle emozioni forti, come l'ebrezza alcolica.
E' da mesi, se non anni, che sui social, nei bar e nei luoghi di ritrovo quell’area, adesso della società di trasporto regionale Tua, è oggetto di racconti della gente per “la febbre del sabato sera” che i giovani attendono, come una liturgia laica. Perché quell’area ormai è un abituale spazio di adolescenti, anche minorenni, che “alzano il gomito” e ingurgitano alcool à go go fino al vomito, la sbronza notturna. In zona non mancano i pusher-avvoltoi pronti a sbranare i giovani.
E' sufficiente fare una passeggiata sul posto per ritrovarsi, in realtà in una discarica a cielo aperto tra le rotaie. Uno scorcio vergognoso, pieno di rifiuti, andato in onda, dopo l'aggressione di sabato scorso, su tutti i canali televisivi nazionali. E nessuno che pare essere responsabile di questa situazione. "Tua - viene scritto in una nota dell'azienda, emanata nelle scorse ore- ha messo in atto iniziative a tutela della zona, a partire dalla cartellonistica, disseminata lungo il tracciato ferroviario, che inibisce la presenza di persone non autorizzate all'interno della stessa e chiarisce i reati e le sanzioni previste in caso di inosservanza. Inoltre sta rafforzando la videosorveglianza". Tutto qua? Come se i cartelli possano scongiurare l'invasione di ragazzi che puntualmente nel week end avviene. Le telecamere a volte funzionano a volte no. E poi il degrado impera. Centinaia di bottiglie, anche rotte, di birra, vodka, cognac e amari sparsi qua e là. Muretti ed asfalto abbelliti di vomito e immondizia. Non ci sono neppure i bidoni per la spazzatura e c'è un bagno a gettoni da cui è meglio stare lontano.
"Una volta - dicono alcuni commercianti della zona - lì c'era una guardia notturna che controllava. Ora l'abbandono è completo. Neppure le forze dell'ordine vi si affacciano. Forse, adesso, dopo questa disgrazia, lo faranno...".
“Ve lo avevo detto. Fin quando non ci scappa il morto non si fa nulla. Sempre così finisce”, oppure “dopo il lockdown, poiché lavoro lì, la situazione è anche peggiorata. Prima erano solo i 18enni, ora anche i 14enni e lo dico perché ho visto anche video”: sono alcuni dei commenti postati sui social. E c’è anche chi ne ha fatto esperienza poche sere fa: “E' una vita che quel posto dovrebbe essere messo sotto controllo… insieme ad altre persone siamo passati sere fa lì, il Bronx…”. Il Bronx è davvero di un’altra nazione oltreoceano, tuttavia mettere la testa sotto la sabbia a mo’ di struzzi è la soluzione più indolore.
C’è chi chiama in ballo il ruolo educativo delle famiglie, chi le istituzioni (scuola, Comune, parrocchie.. c’è altro sul banco degli imputati vero?), chi le forze dell’ordine…
Non sarà consolante, benchè beneaugurante, l'opera certosina e immediata dei carabinieri che sono sulle tracce del giovane violento. L'opera della giustizia non esonera gli adulti (e le collaboranti istituzioni) dall'opera dell'educazione delle giovani generazioni. 20 ott. 2020
Alessandro Di Matteo
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Nelle foto, di Andrea Franco Colacioppo, i cumuli di rifiuti tra i binari