Cena sul sagrato della Cattedrale a Lanciano: ci sono le scuse. La Curia: 'Quello spazio è sacro'
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"L’ultima cena…" oppure "Lì si cena... divinamente". Ed ancora: "Non c’è più religione!" Scatenate le polemiche sull’episodio che l'altra sera ha visto trasformare il sagrato della cattedrale Madonna del Ponte di Lanciano (Ch) in sala ristorante.

E' intervenuta anche la polizia per sgomberare l’area e tornare negli spazi consoni alla cena, cioè all’aperto, in piazza Plebiscito come è previsto. Ci hanno pensato però i proprietari de "Il pastore abruzzese", locale attiguo alla basilica a spazzare ogni polemica con scuse pubbliche, rivolte alla cittadinanza e alla Curia. 

Andrea&Morena parlano di "spiacevole episodio". E dicono: "Nel momento in cui ha iniziato a piovere si è creata un po’ di confusione fra i clienti, chi è riuscito a trovare posto all’interno del locale e chi no. Un gruppo di clienti stranieri ha pensato di spostare autonomamente il tavolo e di posizionarlo sotto il porticato. Sono stati immediatamente avvertiti che non era assolutamente possibile cenare lì". Però il danno era ormai fatto perché "le portate da loro ordinate erano pronte e il personale trovandosi impreparato li ha serviti". Scuse "con tutti coloro che si sono sentiti oltraggiati da questo spiacevole episodio, è stata una leggerezza dei ragazzi presenti. Ci assumiamo le responsabilità del caso".

La Diocesi di Lanciano-Ortona, con l’arcivescovo Emidio Cipollone, afferma: "Non andava fatto, perché lo spazio del portico della Cattedrale è spazio sacro, tanto quanto lo spazio interno dell'aula liturgica e quindi andava rispettato. Questa mattina ci siamo confrontati con gli altri membri del Consiglio episcopale. L'esercente si sarà trovato improvvisamente di fronte ad un dato di fatto: pioveva, il tempo era brutto, non sapeva come risolvere il problema di servire la cena a clienti già seduti. Il problema è stato risolto mettendo i tavoli nel sagrato. Certamente non è un atto fatto con cattiveria: noi parleremo con lui appena possibile e cercheremo di chiarire questa situazione invitando tutti ad un maggior rispetto di quell'area".

Eppure per Cipollone lo sguardo va oltre: "Vorremmo che questo episodio si collocasse all'interno di una riflessione più ampia: sta diventando abituale, non soltanto nei confronti di uno spazio ecclesiale, ma anche di altri luoghi pubblici, che per uso privato e per interessi individualistici, al bene comune non pensi più nessuno". 28 lug. 2022

ALESSANDRO DI MATTEO

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