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Sarà un processo breve quello partito oggi davanti alla Corte d’Assise di Lanciano (Ch) per il delitto dell'inglese Michele Faiers, 66 anni, trovata senza vita, nell'autunno 2023, in camera da letto con nove coltellate alla schiena e al torace.

Accusato del delitto è il compagno, suo connazionale, Michael Whitbread (nella foto e nel video), 75 anni, assistito dall’avvocato Massimiliano Sichetti. L'uomo, che era in aula, risponde di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza.

Su richiesta di parte, della difesa, il fascicolo delle indagini del pm sarà acquisito al fascicolo del dibattimento e sarà valutato ai fini della prova nei confronti delle parti.

Il brutale assassinio è avvenuto il 29 ottobre dello scorso anno a Casoli, nel casolare di contrada Verratti dove la coppia abitava, ma il cadavere è stato scoperto solo il primo novembre, da un'amica, quando il convivente, ora alla sbarra, era già in fuggito in auto in Inghilterra dove venne arrestato in casa della figlia Chloe, a Shepshed, nel Devon, quindi estradato.

Il 17 gennaio sarà subito sentito l’imputato unitamente al consulente di parte, lo psichiatra forense Raffaele De Leonardis che nella sua perizia ha stabilito che Whitbread aveva un vizio parziale di mente al momento del fatto, con capacità di intendere e di volere grandemente scemata, non è pericoloso socialmente. Nel marzo 2023 l'uomo ha tentato il suicidio.

Stamani dunque mandati via i primi cinque testi dell’accusa, i carabinieri che hanno indagato. La difesa ha chiesto alla Corte, presidente Massimo Canosa, giudice a latere Maria Rosaria Boncompagni più i 6 giudici popolari, di effettuare una super perizia; il pm Mirvana Di Serio potrebbe nominare un suo consulente. L’imputato era affiancato da un interprete. Patrocinate dall’avvocato Nadia Germanà Tascona c’erano le tre figlie della sfortunata vittima: Sarah, Brooke, e Harriet. In aula anche il vice console inglese a Roma.

Vestito color grigio, capelli bianchi con codino e leggera barba, l’imputato non si è mai detto colpevole, né che il presunto movente potesse essere passionale. La vittima era diventata gelosa pensando che lui avesse un'amante. Altra parte civile è l’associazione a tutela della donna Dafne, con l’avvocato Pina Benedetti.

Per il difensore Sichetti: "Dopo l’analisi del fascicolo d’indagine ci siamo resi conto che dallo stesso potevano emergere elementi di verità sostanziale e ciò che è utile per noi. Scelta per collaborare con la Corte e dare contributo per la giustizia e rendere il processo snello e veloce. In gergo si chiama patteggiamento probatorio, ma non è un vero patteggiamento perché non c’è sconto di pena, non è un rito premiale. Consente di valutare il comportamento processuale dell’imputato che vuole collaborare".

Quanto al risarcimento messo sul piatto, c'è metà del valore dell'abitazione comprata dalla coppia per 80 mila euro, il posto dove lei è stata ammazzata. Per l’avvocato Germanà Tascona: "Abbiamo compreso che sarebbe stato il percorso seguito dall’imputato, nessun colpo di scena, l’acquisizione degli atti rende più veloce il processo, vediamo se la Corte ammetterà la perizia. Per il risarcimento offerto, definirlo tale richiede un notevole sforzo, diciamo che è stato un bel gesto, ma non è un tema che interessa le ragazze e non ci siamo espressi. Valuteremo. Ha una finalità difensiva non certo risarcitoria. Per le ragazze non ci sono parole è stato il primo incontro visivo dopo quello che è successo. Sono molto dignitose con una forza incredibile. E’ stata un’udienza pesante emotivamente. Valuteremo se torneranno per l’esame dell’imputato". 22 nov. 2024

WALTER BERGHELLA 

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