In ventiquattro agli arresti, tra essi anche uomini che vivono tra Lanciano, Vasto, San Salvo e Pescara. Scacco alla criminalità del Gargano, all'alba, da parte degli agenti della Squadra mobile di Foggia e della Guardia di finanza di Bari, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare - 13 sono in prigione e 11 ai domiciliari - in provincia di Foggia e in altre regioni d'Italia (Calabria, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte) per un lauto traffico di droga e per le armi.
In manette i vertici di organizzazioni criminali dell'area garganica: il "clan Li Bergolis", gruppo di fuoco, di Monte Sant'Angelo, capeggiato da Enzo Miucci, 36 anni, detto "u criatur", e il clan di Lucera Bayan-Papa-Ricci il cui elemento di spicco è Alfredo Papa. In carcere anche personaggi ritenuti vicini alla "ndrina" calabrese facente capo alle famiglie Pesce-Bellocco" operanti a Rosarno (Reggio Calabria) e Torino, i quali erano in stretti rapporti di affari con l'organizzazione criminale di Monte Sant'Angelo per la compravendita di partite di droga e la fornitura di armi. Sono stati arrestati anche spacciatori dei gruppi criminali di Monte Sant'Angelo e Lucera, impegnati a collocare lo stupefacente in vari comuni dell'Italia centro-meridionale.
L'attività investigativa, diretta dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bari, è nata da un'altra indagine sulle pressioni esercitate dalla malavita foggiana su imprenditori locali attivi nel campo della trasformazione di prodotti agricoli, affinché assumessero alle loro dipendenze pregiudicati dediti a spacciare ad assuntori sulla piazza di Foggia, i quali a loro volta si rifornivano della sostanza da Lucera. Così è stata posta l'attenzione sul florido traffico di droga
Le investigazioni - intercettazioni telefoniche e ambientali, attività di osservazione con droni e videoriprese, controllo e pedinamento svolte in contesti territoriali proibitivi - hanno consentito di ricostruire in maniera capillare la fitta rete di pusher-clienti pugliesi, molisani e abruzzesi nei cui confronti gli esponenti del clan di Lucera smerciavano quasi quotidianamente significative quantità di droga di vario genere. A copertura dell'attività c'era, stando alle verifiche, quella di compravendita di auto. Contestualmente agli arresti, infatti, sono state sottoposte a sequestro anche due concessionarie, oltre a 10 immobili, tre vetture, per un valore complessivo di 2 milioni di euro.
A Pescara, nel quartiere San Donato dove vivevano, sono stati presi e rinchiusi in cella Francesco Ricci e Antonio Valerio Pietrosanto, di 49 e 51 anni, entrambi di Lucera, fedelissimi di Papa. Ai domiciliari, invece, i pusher Quirino Barbetti, di Lucera, imparentato con la famiglia dei Ciarelli e Armando Sarachelli, di Isernia. In provincia di Chieti, invece, arresti per Bruno Di Nenno, 66 anni, nato a Lanciano (Ch) e residente a San Salvo (Ch) e Alessio Maccarone, 43 anni, di Vasto (Ch). Gli arresti sono stati eseguiti da polizia e Fiamme gialle.
Nel corso delle intercettazioni telefoniche indagati e clienti non facevano mai esplicitamente riferimento alla droga ma utilizzavano un linguaggio criptico, parlando di "birra, vino, bistecca, caffè" oppure "cavalli" e "completino del Foggia".
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