Coronavirus. Lanciano. Il musicista Santino Spinelli: 'Ho visto la morte in faccia'

"Tutta la famiglia è stata investita da uno tsunami inaspettato, di una violenza inaudita. Ci siamo ammalati in sette: abbiamo rischiato. Non ce l'ho fatta a salvare mio padre Gennaro: è morto tra le mie braccia. L'ho protetto per un anno, rinunciando a oltre 40 concerti in Italia e 8 tournée all'estero. Mi sono rintanato in casa per cercare di tutelarlo, ma non ce l'ho fatta. E la rabbia, quella che resta, è che tra quindici giorni avrebbe ricevuto il vaccino". 

Così il musicista e docente universitario Santino Spinelli, in arte Alexian, 57 anni di Lanciano (Ch), conosciuto a livello internazionale per la sua attività e al quale, il 4 febbraio del 2020, il presidente Sergio Mattarella ha conferito l'onoreficenza di Commendatore dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana". Ha contratto il coronavirus circa un mese fa. I primi sintomi l'8 febbraio. "Raffreddore, spossatezza, tosse, poi febbre - racconta -. All'inizio sembrava una influenza come tante... ". A mano a mano peggiorato.

Nel frattempo il papà, a cui era legatissimo, è deceduto, sempre a causa del Covid-19. Aveva 84 anni; si è spento il 25 febbraio, nella sua casa di Lanciano, accanto ai propri cari. "Il virus, subdolo, gli ha provocato disfunzioni al cuore che sono state letali". Santino e il resto della famiglia, tutti positivi e in quarantena, non hanno potuto partecipare ai funerali. "Per me è stata una perdita devastante. E non poter essere presente alle esequie è stato ancora più straziante". Qualche giorno dopo le sue condizioni sono precipitate. "E' una patologia subdola, che colpisce e distrugge l'organismo nei punti deboli".

"Il lutto e tanta sofferenza: vedere coloro che ami che stanno male e non poter fare nulla per aiutarli...". Lui, la moglie, due dei tre figli, le sue sorelle... tutti con il coronavirus. "Il crollo è stato a livello emotivo, prima che immunitario". Lo scorso 28 febbraio i momenti peggiori. "Ricordo mia moglie Daniela che urlava al telefono per convincere gli operatori del 118 che avevo necessità del ricovero.  A notte fonda sono stato trasportato in ambulanza all'ospedale di Vasto e sistemato nel reparto di Malattie infettive. Avevo scompensi cardiaci e la pressione alta, era arrivata a 198-132. Mai, prima, avevo avuto questo problema. Ho visto la morte in faccia". 

In ospedale ha trovato "accoglienza e umanità. I dottori e gli infermieri - afferma - sono angeli... Sono allo stremo, per quel che sta succedendo, ma professionali, disponibili, e  "umani", dietro quelle "maschere di plastica" che li rendono irriconoscibili. Mi hanno curato con antibiotici, cortisone, antivirali, e anticoagulanti. Accanto a me davvero tanta sofferenza: ho visto anziani non farcela... Nei sanitari ho trovato umanità, dedizione, sensibilità e mi è stato di fondamentale aiuto. Scherzavano chiedendomi: 'Vuoi che ti portiamo la fisarmonica?' Dopo alcuni giorni in quel piccolo reparto blindato, i valori hanno cominciato a volgere alla normalità. E ho chiesto di essere dimesso, per lasciare il letto a chi sta peggio. E sono veramente tanti". Da ieri è a casa.

Si sente rinato, anche se dovrà continuare le cure. "I miei polmoni sono stati colpiti fortemente, occorrerà capire quali danni residui avrò su respirazione, insonnia, memoria, gusto, olfatto... A volte tornano la forte pressione sul petto, la tosse e quella incredibile e inspiegabile stanchezza. Invito a mantenere l'attenzione alta a non abbassare il livello di guardia. Il virus non scherza e non tutti hanno un sistema immunitario adeguato o la fortuna di trovare un posto in ospedale sovraccaricato dalla pandemia". Un "ringraziamento a quanti che mi hanno supportato e mi sono stati vicino. Ora ho bisogno di riposare", conclude. 

Mentre pensa ai progetti in cantiere: da quelli col compositore e direttore d'orchestra spagnolo Paco Suarez ad un lavoro, un omaggio a Luigi Tenco, con una grossa etichetta discografica.  08 mar. 2021

Serena Giannico

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