La zona arancione... sul banco degli accusati. Si terrà domani pomeriggio, per via telematica, l'udienza del Tar de L'Aquila sul ricorso del Governo contro l'ordinanza del presidente della Regione, Marco Marsilio, che ha cancellato la zona rossa, unica rimasta in Italia, e traghettato l'Abruzzo in zona arancione dal 7 dicembre.
Il ricorso è stato presentato per conto del premier, Giuseppe Conte, e del ministero della Salute, nella persona del titolare del dicastero, Roberto Speranza. Dopo l'annuncio di ieri mattina del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, dunque, il Governo ha confermato la prova di forza nei confronti dell’Abruzzo, impugnando il provvedimento che ha permesso la riapertura delle attività commerciali a ridosso dell'Immacolata, in anticipo rispetto alle decisioni della Cabina di regia nazionale.
Il documento del Governo tuona: "l'allentamento delle misure di contenimento del contagio- recita - rischia di provocare danni irreparabili per la popolazione in termini di rischi per la salute collettiva. Le misure ampliative introdotte dalla Regione, anticipando di fatto gli effetti di eventuali, e al momento non ancora adottati, provvedimenti di riclassificazione, rischiano infatti di portare un'improvvisa impennata della curva del contagio e a gravissime e incalcolabili conseguenze". Il Governo, che sollecita un intervento di "estrema urgenza", dice che "solo il 27 novembre la Cabina di regia ha accertato per la prima volta la riduzione dello scenario epidemico (condizione poi confermata nel monitoraggio del 4 dicembre), pertanto il suddetto periodo di 14 giorni era destinato a perfezionarsi non prima dell'11 dicembre".
Nel ricorso, in cui si contesta l'"eccesso di potere per difetto di istruttoria, carenza dei presupposti in fatto illogicità e violazione del principio di leale collaborazione", non si fa accenno all'ordinanza adottata da Marsilio in anticipo, lo scorso 16 novembre, per porre l'Abruzzo in zona rossa, atto "ratificato" dal ministro Speranza il 20 novembre, con decorrenza dal 22, all’esito della Cabina di regia settimanale. Tra l'altro, con ordinanza del 5 dicembre, lo stesso ministro ha stabilito che alla regione dovevano essere applicate le misure della zona rossa fino al 20 dicembre. Tra le motivazioni del ricorso figura anche "l'indubbia preponderanza della competenza statale rispetto a quella regionale, considerato il carattere pandemico del fenomeno".
Il presidente del Tribunale amministrativo regionale, Umberto Realfonzo, avrebbe deciso di non tener conto della iniziale richiesta di prendere una decisione 'inaudita altera parte', ossia senza ascoltare la Regione. Ha invece stabilito di prendere in esame le varie posizioni. A questo va aggiunto che non è detto che il Tar si pronunci solo per una sospensiva dell'ordinanza, la numero 100 del 6 dicembre 2020, ma potrebbe anche entrare nel merito della questione.
Quindi sarebbe da capire cosa accade: qualora il Tar dovesse decidere domani, l'Abruzzo tornerebbe in zona rossa per due giorni; se si dovesse riservare, accadrebbe per poche ore, o addirittura per nulla se la decisione dovesse arrivare tra domenica sera e lunedì.
Ma come si difenderà la Regione? Ribadirà che l'ordinanza del 6 dicembre è stata adottata al termine dei 21 giorni di "zona rossa", sulla scorta di dati in netto miglioramento e allineati alle medie nazionali, con intento principale di salvaguardare la salute pubblica garantendo la tenuta sociale ed economica. Secondo la Regione poi ci sarebbe assenza di danno grave e irreparabile visto che persino nel ricorso viene indicato il periodo di 14 giorni come concluso. 10 dic. 2020
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