Coronavirus. 19enne abruzzese morto in Inghilterra: test conferma decesso per Covid

"Il mio angelo è risultato positivo al virus. Anche un cuore grande, il più grande di tutti, può cessare di battere". Così, su Facebook, Mirko Di NIcola, papà di Luca, 19 anni, di Nereto (Te), morto il 24 marzo scorso a Londra. Ieri sera, intorno alle 20, la comunicazione ufficiale, giunta dal Regno Unito.

Prima una mail dal North Middlesex Hospital di Londra e poi una telefonata dal medico legale. Il tampone post mortem eseguito sulla salma, ha confemato che il ragazzo è stato fulminato dal Covid 19, in un contesto clinico già problematico a seguito di influenza e un’infezione ai polmoni. 

Il giovane si era trasferito a Enfield, periferia nord di Londra, da qualche anno con la madre Clarissa e il compagno di quest’ultima, Vincenzo. Lavorava come aiuto cuoco in un ristorante. E' stato male per una settimana prima del decesso. Il medico di base gli aveva detto "che era giovane, forte e che non si doveva preoccupare di quella brutta influenza", somministrandogli il paracetamolo.

Martedì scorso la situazione è precipitata. "Aveva dolori al petto. Poi la madre ha notato che aveva le labbra viola e poco dopo è collassato", avevano raccontato alcuni parenti. E' stata chiamata l'ambulanza, ma era troppo tardi. L'hanno intubato e ricoverato in Terapia intensiva al North Middlesex Hospital di Londra. Ma appena dopo mezz'ora, intorno alle 19, la fine.

Il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, nei giorni scorsi ha scritto al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per chiedere alla Farnesina di fare chiarezza sulla vicenda, e di far rientrare in Italia, al più presto, la madre di Luca e il compagno di lei, che pare siano stati anche loro contagiati.

"Un ragazzo forte, - scrive ancora il papà sui social -, determinato e bello come il sole, continua a volare figlio mio, sei nell'anima. E noi continuiamo a restare a casa".

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Nella foto Luca Di Nicola

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