Rissa aggravata e lesioni, con cinque feriti. Sono state 12 le condanne per la notte d’inferno che il 26 giugno 2020 ha terrorizzato il quartiere Santa Rita a Lanciano (Ch).
In un feroce e sanguinario scontro fisico si sono affrontati due rami della famiglia rom dei Guarnieri in lotta per il possesso di un alloggio popolare. Vicenda poi sfociata con 11 provvedimenti cautelari firmati dal gip del tribunale di Lanciano, Riccardo Audino, a seguito di indagine della polizia. Ieri il gup Giovanni Nappi ha deciso le condanne a seguito di rito abbreviato, che ha portato a un terzo di sconto di pena. Il pm Francesco Carusi ha chiesto la condanna per tutti gli imputati a due anni.
Queste le decisioni: per la cosiddetta fazione 1, difesa dall’avvocato Vincenzo Menicucci, Gaetano Guarnieri, 40 anni, ha avuto 4 mesi di reclusione; quindi 8 mesi ciascuno per Fabrizio Guarnieri, Sergio Di Rocco e Fioravante Di Rocco. Per la fazione 2, difesa dagli avvocati Gaetano Pedullà e Lucia Di Battista e Maria Rosaria Pedullà, il capofamiglia Gaetano Guarnieri, 62 anni, ha avuto 7 mesi e 10 giorni di reclusione, Addolorata Guarnieri e Laura Manzi 4 mesi, Federico Cervelli, Demis Manzi ed Enzo Manzi 7 mesi e 10 giorni di pena ciascuno; quindi Kevin Guarnieri, 8 mesi e Sante Guarnieri 9 mesi e 10 giorni di reclusione. Pene sospese per Manzi, Cervelli, Demis, Kevin e Fioravante Di Rocco. Il gup ha ordinato la confisca delle armi e degli oggetti atti a offendere sequestrati, disponendo che siano versate alla competente direzione di artiglieria per la distruzione.
L’altro capofamiglia, Angelo Guarnieri, 64 anni, ha già avuto accesso alla messa in prova per i lavori socialmente utili predisposto dall’Ufficio esecuzione penale esterno di Pescara. Altri tre imputati hanno rinunciato alla messa alla prova. Nella micidiale bolgia scatenata in via Sabino, circondata da decine di pattuglie dei carabinieri, finanza, polizia e ambulanze furono utilizzati bastoni, stampelle di metallo, cric di auto, mazze di legno e una cassetta metallica della posta. Le due branchie dei Guarnieri erano in disaccordo da tempo per questioni economiche.
Difatti la scintilla che accese la mega rissa fu scatenata dal possesso di un appartamento Ater, prima scambiato e poi voluto indietro. Una notte che i terrorizzati residenti del popoloso rione Santa Rita ricorderanno per un pezzo. Sulla vicenda c’è un secondo filone giudiziario per minacce gravi e danneggiamenti.
Giorni prima degli 11 arrestati altri due rom, Tommaso Guarnieri, 42 anni, e Sergio Di Rocco, di 44, erano finiti in cella su decisione del tribunale di Sorveglianza che revocò loro l’affidamento ai servizi sociali. Tommaso Guarnieri, che è quello che rivoleva indietro l’appartamento scambiato con la cugina, è stato poi scarcerato per non aver partecipato alla zuffa, e ora risponde di esercizio arbitrario delle proprie ragioni nel secondo procedimento.
Quella notte divenne rovente quando a bordo di un’auto giunsero componenti di un ramo Guarnieri provenienti da Torre Marino. Armati di tutto punto hanno forzato il cancello dell’abitazione dei parenti e nel cortile esterno hanno aggredito fratelli, cugini e nipoti. Nella concitazione colpito sul muso pure un bulldog. Poi gli scontri si sono spostati in strada, all’incrocio con via Spataro e via Sigismondi. Barricati in casa per la paura molti abitanti del posto che hanno assistito alle mazzate. 06 apr. 2022
WALTER BERGHELLA
@RIPRODUZIONE VIETATA