Pescara malato immaginario o malato reale? La sconfitta 1-0 allo stadio Zini di Cremona porta a farsi queste domande. Ma una certezza c'è: il Pescara è malato. Che sia immaginario o meno. E come ogni bisognoso di cure, il degente biancazzurro avrebbe bisogno di un buon medico, o per lo meno di una buona medicina. Mister Legrottaglie, che al posto del camice in panchina indossa una polo non pienamente convincente né per la squadra né a quanto pare per i tifosi, schiera in campo un undici di partenza equilibrato che però ha la sfortuna di capitare a tiro dell'ennesimo ex con la voglia di mostrare quanto vale al presidente Sebastiani.
Dopo lo sgarro di una settimana fa firmato da Soddimo, infatti, tocca a Valzania inventare a pochi minuti dall'inizio del match un gol “della domenica” nonostante la partita fosse giocata di venerdì sera. Una rete che, siglata a 5 minuti dall'inizio del match, dava comunque l'impressione di poter essere per lo meno pareggiata nel corso della restante gara. Sì, perché il Pescara, pur sbandando in occasione degli attacchi dei grigiorossi, sembrava avere le carte in regola per dire la sua in campo. Ma l'impegno non sempre porta i suoi frutti: un po' come quando si semina un terreno ben arato che però viene adocchiato da uno stormo di uccellacci. Bene, quindi, mister Legrottaglie aveva lavorato la terra in modo significativo, ma gli è mancato lo spaventapasseri di turno per portare a casa un risultato positivo.
Dispiace in certi casi fare il nome di chi avrebbe dovuto vestire gli stracci dello spaventapasseri, quindi non lo faremo per la privacy, ma riveleremo solamente il cognome: Galano. Il Robben di Puglia, autentico trascinatore del Pescara nella prima parte del campionato, oggi verrà ricordato come quello che ha clamorosamente fallito l'opportunità di un buon pareggio che avrebbe significato tanto in termini di classifica. Sì, perché il calcio, come la vita, spesso vive di episodi che possono condurti alle stelle oppure possono spingerti alle stalle. E a nostro avviso il commento deve essere duro in questo caso così come saremmo stati esaltanti nel celebrare la bellissima ripartenza degli abruzzesi andati a un passo dal pareggio sull'asse Clemenza-Galano. Perché il Pescara costruisce abbastanza e finalizza poco: quindi se hai un'opportunità grande come il mondo, non puoi cavartela con uno stuzzicadenti al posto di una leva.
Contro la Cremonese, squadra costruita con ambizioni, ma finora nei bassi meandri della classifica, il Pescara ha dimostrato anche di non avere una rosa adeguata alla salvezza tranquilla. Tuttalpiù a una salvezza stiracchiata raggiunta alla penultima di campionato, sempre volendo essere positivi. E questo viene dimostrato dai cambi effettuati da Legrottaglie durante la ripresa: peso piuma in attacco, come quando mangi uno yogurt a pranzo sapendo che ti può far bene digiunare, ma alla fine a metà pomeriggio recrimini perché hai troppa fame e ingoi chimicamente mezzo chilo di porchetta (con la crosta); centrocampo senza inventiva, come un piatto di salumi e formaggi (con inutile fogliolina d’insalata) posto davanti come antipasto al ristorante; difesa apparentemente solida come una bella parmigiana di melanzane, ma deludente perché così umida, una volta tagliata, che sul fondo trovi due dita di acqua. Del resto il Pescara incassa la quarta sconfitta nelle ultime sei gare e quindi come fai a commentare diversamente? Devi essere più duro di Joe Bastianich quando lancia i piatti a Masterchef. Bisogna essere onesti intellettualmente: se non ti piace il Pan di Spagna, come puoi apprezzare le pur ottime (per qualcun altro) sise delle monache?
E venerdì prossimo allo stadio Adriatico arriva il Perugia, squadra con un solo punto in più in classifica rispetto ai biancazzurri e una crisi d'identità in corso esattamente come i boys di casa nostra: in pratica sarà il momento della verità tra due compagini che avrebbero fatto volentieri a meno di incontrarsi in questo frangente. Un po' come un falò di Temptation Island non richiesto da nessuno dei due fidanzati.
Fernando Errichi