Un solo obiettivo: la vittoria a Trapani. Ed invece Pescara sconfitto 1-0 sul manto verde (l'unico sintetico più imperfetto di un campo in erba vera) del Provinciale di Trapani con un gol di Luperini al 13’ del pt.
Ancora una volta mister Castori mette la museruola ai biancazzurri come fa una mistress con il suo schiavo, obbligandolo a sopportare delle angherie che lo portano a subire per lunghi tratti della gara il gioco dei padroni di casa. In questa occasione, però, è il Pescara a concedersi come un’invitata al bunga bunga dei siciliani che per gran parte della partita pasteggiano sul corpo nudo e violabile di una squadra ormai totalmente allo scoperto. Tutto è chiaro: il Pescara è una squadraccia che nel corso del tempo è involuta talmente tanto da arrivare a 2 punti dalla terzultima in classifica, il Cosenza, lasciando intravedere anche la possibilità di un tracollo senza passare dai play out.
A Trapani, tra scegliere se concedere all'avversario il primo tempo o il secondo, come accaduto nelle tre precedenti gare, si fa peggio: solo pochi minuti di buon gioco per i biancazzurri all'inizio del match e alla fine, quando tentano il tutto per tutto con un forcing disperato. Nel mezzo tanto, tantissimo Castori. E non stiamo parlando di una squadra “che tremare il mondo fa”. Stiamo parlando di una delle ormai poche compagini che hanno numeri peggiori in classifica rispetto agli abruzzesi. Ma i siciliani sono una squadra con un'anima, che dà tutto sul campo e viene programmata per fare la battaglia per sopperire a evidenti limiti. Un gol di testa di Luperini, almeno tre miracoli di Fiorillo e tante occasioni sciupate sono lo score di un Trapani sì disperato, ma anche più vivo del nostro Pescara. Tra i biancazzurri si salvano solo quel fenomeno tra i pali e l'estro (a tempo) di Clemenza. Deludono anche gli elementi che solitamente garantiscono un rendimento positivo: Zappa non è tirato a lucido e Bettella, recuperato in extremis, è fresco come una triglia sul banco da 5 giorni. Ormai solito trand per Busellato, più immobile (e certo) di una coda sulla A14.
Ma basta nel fare i nomi singolarmente, perché sono tutti sotto accusa e tutti giudicati colpevoli in questa situazione, dal primo all'ultimo tra i tesserati del club di Sebastiani. Il presidente degli abruzzesi, che fa di tutto per rendersi inviso alla piazza, quasi come se fosse la sua missione naturale in questo angolo di pianeta, sta ovviamente superando sé stesso con i risultati di questa stagione da considerarsi fallimentare. Se il numero uno del club adriatico non riusciva a riscuotere consensi neanche in occasione dei successi passati, si può solo immaginare il livello di gradimento nella situazione attuale, la più buia degli ultimi anni.
Il Pescara, sia per sfortune (una su tutte l'infortunio dell'attaccante Tumminello che ha segnato una svolta negativa della stagione dopo pochissime gare) sia per mal gestione (un esempio è il mercato di gennaio che punta su un ex calciatore come Bojinov) oggi ha un piede nella fossa. Tre allenatori passati dalla panchina in una sola stagione è sinonimo di fallimento degli obiettivi societari. Si parte con Zauri, che viene promosso dalla Primavera: per lui 26 punti in 20 gare dopo le quali viene talmente messo in discussione che il giovane tecnico abruzzese decide signorilmente di allontanarsi. La Pescara del calcio non se ne rende ancora conto, ma si è appena punta con l'ago dell’arcolaio. La bella addormentata, che potrebbe essere risvegliata solo dal bacio di un tecnico di categoria, uno pragmatico e malizioso, trova invece le labbra incerte di un nuovo esordiente, il principe Legrottaglie.
E che succede? Perfettamente il contrario di quanto sperato e, allo stesso tempo, esattamente quanto era prevedibile: la splendida Aurora non solo non si sveglia, ma inizia anche a russare. Qui il colpo di genio con la chiamata alle armi di un nuovo tecnico alla prima esperienza in serie B (il terzo novellino in una stagione!), il cavaliere nero Sottil: l'ex allenatore del Siracusa in Lega Pro Prima Divisione, del Gubbio in Lega Pro Prima Divisione, del Cuneo e della Paganese in Lega Pro Seconda Divisione, nuovamente del Siracusa in serie D, del Livorno e del Catania in serie C, con i mezzi a sua disposizione ora prova a svegliare i biancazzurri.
Dopo tre tentativi timidi di bacio a stampo, valsi tre punticini stiracchiati, ecco l'audace avance di un bacio alla francese con risultato peggiore rispetto ai precedenti: la bella addormentata non solo non si sveglia, non solo non smette di russare, ma inizia anche a vedere vicina la fine. Pescara trema e immaginiamo che le gambe continueranno a tremare anche lunedì sera quando all'Adriatico arriverà il Livorno.
I toscani, che si potrebbero presentare come vittime sacrificali dopo lo smantellamento anticipato della squadra, incontreranno il Pescara vittima di sé stesso. Sulla carta sarà uno spettacolo degno di una serie inferiore. In attesa di quel famoso bacio risolutore.
Fernando Errichi
@RIPRODUZIONE RISERVATA