Chi va piano va sano e va lontano, recita un antico adagio. Purtroppo, però, questo proverbio non si adatta al gioco del calcio, nel quale solo se corri veloce riesci a coprire una distanza apprezzabile.
Il terzo pareggio di fila da parte del Pescara targato Andrea Sottil, 1-1 allo stadio Adriatico contro il Frosinone di Alessandro Nesta, riesce a muovere la classifica, ma non risolve i problemi dei biancazzurri in chiave di salvezza, distante 5 punti da ottenere in 3 partite ancora a disposizione. Quello conquistato in Abruzzo è un punto che serve a poco anche ai ciociari, ma la loro posizione in classifica, in piena zona play off, per lo meno non fa fare gli incubi ai tifosi dello Stirpe. Molto diversa è la condizione disagiata dei supporter del Pescara, ormai con il patema d'animo a causa della lotta salvezza che coinvolge in pieno i biancazzurri: per loro solo notti insonni alle prese con l'uomo nero che rappresenta lo spauracchio di una drammatica retrocessione in serie C.
Seppur senza lo squalificato Galano, uomo gol per eccellenza di questo campionato per gli abruzzesi, il Pescara parte con coraggio grazie all'estro di Clemenza in giornata “petalosa”: è lui, infatti, a creare la maggior parte delle azioni da rete della prima frazione di gioco in casa Pescara. Slalom, tiri dalla distanza e assist: il biondo attaccante biancazzurro lì davanti fa il cosiddetto capostazione di Alanno, trascinando la squadra che sembra seguirlo come se fosse il pifferaio magico, capace di convincere i topi ad annegare nel fiume Weser. Il Pescara meriterebbe ampiamente il vantaggio anche per le sfuriate di Zappa che ara la fascia destra, ma il migliore del Frosinone, il super sfruttato portiere Bardi, nel primo tempo fa più straordinari di un operaio della Fiat di Pomigliano. Almeno fino al recupero, quando Memushaj disegna una traiettoria talmente perfetta da essere inarrivabile anche per quel crumiro di Bardi, l’unico giocatore degno di nota con la maglia frusinate nel primo tempo.
Nella ripresa, però, cambia tutto. Il Pescara, dopo le feste per il gol realizzato in extremis, rientra in campo con la stessa verve che si può avere il primo lunedì mattina di settembre dopo l'ultima sbronza estiva presa la sera prima. Risultato, difesa in hangover: il reparto rientra in campo con una bocca impastata tale che non può bastare la classica bottiglia d'acqua al risveglio sul comodino. Scognamiglio non riesce a spazzare l'area di rigore lottando con Dionisi spalle alla porta, palla a Novakovich che risolve con un semplice tocco in rete. Forse è eccessivo dire che per i padroni di casa si spalancano così le porte dell'inferno, ma certo è che il calore delle fiamme dell’ade inizia a bruciacchiare le terga dei biancazzurri: una eventuale partecipazione ai play out, infatti, è da considerarsi una lotteria perché non sempre la squadra migliore, o semplicemente la più organizzata, riesce a spuntarla. Il rischio per una formazione al terzo allenatore nella stagione, infatti, è da considerarsi eccessivo in una situazione di spareggio.
Il Pescara della seconda parte di gara è un'altra squadra e di conseguenza anche il Frosinone che fa la partita, forte anche dell'inerzia nella quale si è incanalato il match. Krajnc fa la barba alla traversa con un colpo di testa davvero pericolosissimo e Dionisi non trova la porta in diagonale da buona posizione. Il Pescara, calato fisicamente, non ha né la forza né lo spirito per pungere, mancando totalmente di idee anche perchè annebbiato probabilmente da una frustrazione figlia della mancanza di risultati di rilievo da troppo tempo.
E quando il gruppo, o meglio l'Unione non fa la forza, ci si prova ad aggrappare alla giocata dei singoli, ma se questa non arriva è la fine. Deludenti alcuni elementi sui quali mister Sottil fa affidamento. Pucciarelli non incide quanto sperato. Busellato (entrato in corso d'opera) è l'ombra di se stesso. Balzano perde il confronto con l'ex compagno di squadra Zampano. Scognamiglio è in difficoltà post lockdown. Del Grosso, che sul suo profilo Facebook si presenta con la maglia dell'Atalanta (personalmente se fossi il proprietario del Pescara non potrei sopportare questa cosa), non sta garantendo una tenuta costante nel corso dei 90 minuti. E il Pescara deve guardare anche i risultati delle avversarie dirette in classifica: occhio all’Ascoli, al Perugia e al Venezia che decideranno l'effettiva quota salvezza.
Fernando Errichi
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