Stellantis. Salgono a quattro le settimane  cassa integrazione allo stabilimento di Atessa

Altre due settimane di cassa integrazione sono state ufficializzate, questa mattina, dalla direzione dello stabilimento Stellantis di Atessa (Ch) in un incontro con i sindacati.

La cig sarà parziale, nel periodo dal 24 giugno al 7 luglio prossimo compresi, e riguarderà un numero massimo di 570 operai e 30 impiegati.

Tale necessità - è stato fatto presente al sindacato - è dovuta a un'ulteriore flessione di veicoli su base cabinati e passi corti. I primi sono destinati al settore della camperistica, mentre i secondi riguardano i furgoni di piccole dimensioni.

Il personale interessato verrà contattato individualmente dal proprio responsabile. Il reparto Ckd di lastratura non sarà toccato dagli ammortizzatori sociali.

Due settimane di ammortizzatori sociali, a partire dal 10 giugno e per 400 dipendenti (380 operai più 20 impiegati), erano già state annunciate nelle scorse settimane. La produzione, durante la cassa, scenderà ad 870 furgoni al giorno rispetto ai 1.260 dello scorso anno. 

"La contrazione del mercato del Ducato, realizzato in Val di Sangro - dichiara Nicola Manzi, segretario generale Uilm Chieti-Pescara - coincide principalmente col passaggio al nuovo modello e le concessionarie hanno i depositi pieni. Questa nuova situazione produttiva, condizionata anche dall’incertezza del mercato dell’elettrico, impone di alzare il livello di guardia sullo stabilimento abruzzese. In aggiunta, non dimentichiamo che la ex Sevel ha perso, dal 2020, il monopolio della produzione del Ducato in Europa con l’apertura dello stabilimento di Gliwice in Polonia".

"Per quanto riguarda i furgoni a passo corto - dice la Fiom Cgil Chieti, con il segretario Alfredo Fegatelli - sarebbe opportuno verificare se lo stesso calo di mercato interessa anche la produzione dello Scudo, realizzato in Francia sempre a marchio Fiat, che per capacità di carico è simile al nostro Ducato. Sarebbe inoltre importante comprendere - viene rimarcato - cosa stia accadendo in Messico, dove si registra un forte aumento dei volumi con significativi investimenti da parte di alcune aziende del nostro indotto, e in Polonia, dove la produzione è quasi esclusivamente di furgoni a passo lungo. Un ulteriore aspetto da considerare è l'impatto dei contenziosi con alcuni fornitori".

Come Fiom, viene rimarcato "siamo preoccupati perché, sebbene possa esserci un calo di mercato speriamo temporaneo, riteniamo che vi sia anche una strategia commerciale e industriale che sta penalizzando lo stabilimento di Atessa. La nostra preoccupazione non riguarda il disinteresse verso il sito di Atessa, ma la concorrenza interna tra gli stabilimenti Stellantis. In Polonia, infatti, concorriamo con i maxi-furgoni, mentre per i piccoli furgoni concorriamo con la Francia. La Polonia, a differenza di Atessa, che attuerà la cassa integrazione, sta preparando l'implementazione delle turnazioni. Riteniamo - conclude Fegatelli - che non possiamo accontentarci di semplici complimenti o ipotetiche rassicurazioni sul futuro della ex Sevel. Abbiamo bisogno di un reale piano industriale, corredato di adeguati finanziamenti, che ci consenta di competere nel mercato con nuove tecnologie, come avvenuto in passato". 29 mag. 2024

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