Lanciano. Il Comune fa spending review tagliando lo sparo dalla torre civica?

Lanciano (Ch) - Era dal 1867 che a Lanciano, puntuale, il cannoncino situato sulla sommità della torre civica, sparava "per avvertire i cittadini dell'ora del mezzogiorno".

Una tradizione ultracentenaria, che pochi rari altri posti, in Italia e nel mondo, possono vantare. Dallo scorso novembre, però, il "botto" delle 12, nella città frentana, non c'è più. Mistero... Dal campanile non si ode più alcun rimbombo di colubrina...

Le ragioni sembrano essere le più disparate. Ad esempio, da quasi 6 anni, il Comune non paga la ditta che fornisce la polvere da sparo - gli 85 grammi utilizzati quotidianamente - e gli inneschi. Si tratta di alcune migliaia di euro di debito, s'intende, ma tant'è, il Comune è insolvente. 

E poi c'è un'altra questione, quella del fochino, cioè colui che materialmente carica il cannoncino e lo aziona... Per circa 15 anni a svolgere queste mansioni è stato Pio Fiore Di Vincenzo, di Lanciano, dipendente municipale, diventato un po' un mito per questo. Era l'unico ad essere abilitato. Ad avere il necessario patentino. Lo faceva un po' per passione, un po' per abitudine, un po' per amore della città... E lo faceva, con tutti i rischi del caso, pur non essendo stato sempre in regola a livello assicurativo. Ora la sua situazione è stata "sanata". E nei giorni in cui è in servizio potrebbe salire sulla torre civica, per lo sparo di mezzodì. 

Potrebbe farlo, di norma, soltanto quando lavora, dal lunedì al venerdì. Rimarrebbero scoperti ferie, festivi e week end... Così lui si è adoperato per trovare un aiuto. Ed ecco Nicola Pantaleone, di Lanciano, fochino abilitato allo scopo, che potrebbe entrare in azione quando Di Vincenzo non c'è. Risolto l'intoppo, allora qual è il problema? Perché da mesi la colubrina non spara? Perché, naturalmente, Pantaleone dovrebbe essere retribuito. Come? Si potrebbero utilizzare i voucher, ad esempio, dato che l'impegno è saltuario e di pochi minuti... O fargli un contratto tramite agenzia interinale. E la spesa sarebbe minima. Irrisoria. Allora? Allora in Comune si sono fossilizzati e non sono ancora riusciti a capire che fare. Mancano forse i fondi? La giunta municipale vuole fare spending review "tagliando" il cannone? Forse sarebbe meglio tagliare tante festicciole inutili... La questione in ogni caso è finita in archivio. Scordata, tra le scartoffie. Scordata, forse per incuria, dagli amministratori pubblici, ma non dai cittadini. 

Una tradizione, si diceva, che risale al 1867, quando sulla torre civica fu posizionato il cannone, prelevato dal fondaco della Confraternita della carità. Nel 1895 la prima delibera per le riparazioni: "il fabbro ferraio Enrico Valentini - scrive Desiderio Di Paolo su "Terra e gente" - ebbe 32 lire e 75 centesimi per 'lavori in ferro per riparazioni al cannoncino del Duomo'". Nel 1903 l'acquisto, per 70 lire, della colubrina tuttora funzionante. La spesa annua per l'incaricato della manutenzione e della carica giornaliera era di 324 lire e poi occorreva comprare la polvere da sparo "circa 36 chili e le capsule detonanti in numero di 500 annue". Durante la seconda guerra mondiale lo sparo fu sospeso (gli spari erano già tanti) così come dal '76 al 1981 "per mancanza di addetto". Quindi dal 1991 c'è stato Pio Fiore Di Vincenzo. La velocità dello sparo è di 400 metri al secondo, mentre quella di detonazione di 1.400 metri al secondo. La temperatura di esplosione di 2.700 gradi. La forza di rinculo è stata calcolata in 4.500 chilogrammi. 

E chissà che direbbe Cesare Fagiani, autore della poesia "Ha sparate mezzejorne"... Versi buttati giù quando, in un altro periodo, il cannone "per economia" e "per il licenziamento dell'addetto al suo funzionamento" ha taciuto... "Tu ripinze a lu cannone/ che, di late a che la squjje,/ senza te mo chiù nen pijje,/ chiù ne scrocche chelu tone/pe' ridire a lu cuntorne/ ch'a sparate mezzejorne!...". 10 feb. '16

Serena Giannico

 

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