Lanciano accoglie con devozione la preziosa reliquia di sant'Antonio da Padova
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La reliquia è lì al centro dell’altare, nella chiesa di sant'Antonio a Lanciano (Ch), in un piccolo e dorato ostensorio. Attorno, una folla traboccante di devoti e curiosi. La lunga processione di accoglienza, partita dai Viali, con religiosi, fedeli e autorità, è appena giunta nel santuario, che ora custodisce la sacra reliquia "ex massa corporalis" del santo portoghese (al secolo Fernando).

Un "gemellaggio spirituale" quello fra Padova e Lanciano fatto di realtà, concretezza, una reliquia. Il frammento sacro è arrivato l'atro ieri sera da Padova. Per la consegna ufficiale era partita una delegazione di fedeli (un centinaio) col parroco padre Francesco Concato; il vice, padre Carlo Di Giovanni; padre Nando Simonetti, padre guardiano del convento annesso alla chiesa, e l’arcivescovo della diocesi di Lanciano-Ortona, monsignor Emidio Cipollone. La consegna è stata fatta proprio nelle mani di Cipollone da padre Oliviero Svanera, rettore della basilica pontificia di Sant’Antonio.

E' una cerimonia intensa, profonda, quella in chiesa. La voce calma, pungente e invitante è del cardinal Edoardo Menichelli (già arcivescovo di Chieti-Vasto e successivamente di Ancona-Osimo) intervenuto alla cerimonia: "Bisogna passare dal bancomat delle grazie alla conversione personale. Questa è l’eredità che ci ha lasciato sant’Antonio! Siamo disposti a camminare sulla santità nelle trame personali e quotidiane nella quale viviamo le relazioni?", così durante un passaggio di un’appassionata omelia. Per aggiungere: "Possiamo essere santi imitando sant’Antonio: come lui, mettendo Gesù Cristo al centro della nostra vita, come regola di vita e vivendo nell’amore. Vivendo come sant’Antonio vivremo il Vangelo come medicina salutare in questa epoca di ipocrisia”. Commosso e grato il parroco verso tutti: "Questo è un dono per tutta la comunità e per la città di Lanciano. La reliquia rimarrà patrimonio di questo luogo per sempre e diverrà un dono da custodire e amare come segno della vicinanza misericordiosa che Dio ha attraverso i suoi santi". Fra i banchi è presente anche il sindaco di Lanciano Mario Pupillo.

Al termine della messa il rito del bacio alla reliquia. E in processione, fra commozione, desideri, sussurri e preghiere, fra lodi e invocazioni, fra ringraziamenti e lacrime, dentro quella teca, si apre un mondo di speranza e fiducia nuove. "Questa esperienza - dichiara l'arcivescovo Cipollone - mi ha confermato la bellezza e l'importanza della pietà popolare per la vita cristiana. Abbiamo consegnato la reliquia all'intera comunità parrocchiale che l'ha accolta come un tesoro prezioso. Questa reliquia possa ricordare a tutti che per ciascuno di noi c'è una chiamata alla santità da raggiungere realizzando la propria vocazione". 

La parrocchia di sant'Antonio di Lanciano è stata eretta 54 anni fa ed è annessa al convento francescano di Sant'Angelo della Pace (edificato da san Giovanni da Capestrano nel 1427 in occasione del lodo di pace tra Lanciano e Ortona). Oggi la parrocchia è un luogo aggregante di giovani e famiglie. Attraverso il convento ci sono secoli di fede e impegno sociale e culturale. All’interno del convento c’è una biblioteca di 40 mila rari e unici volumi dal '500 al '700, di diritto e codici napoleonici dell'800, di studi abruzzesi. Famoso è il campanile che caratterizza la chiesa: alto 70 metri, fu inaugurato il 4 ottobre 1970 da papa San Paolo VI che dal Vaticano ne accese le luci via satellite.

Alessandro Di Matteo

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