I trabocchi possono essere anche luoghi di ristorazione: ora c'è la legge regionale

Approvato a maggioranza, con il voto contrario del Movimento 5 stelle e l'astensione della coalizione di centrosinistra, il progetto di legge che prevede "modifiche e integrazioni" alle precedenti leggi regionali per il recupero e la valorizzazione dei trabocchi della costa.

La norma prevede, tra l'altro, che "la parte di struttura destinata a ristorazione e aperta al pubblico non può eccedere la superficie di 160 metri quadrati calpestabili e la parte destinata a servizi e accessori connessi alla ristorazione quali cucina e servizi, non può superare i 50 metri quadrati".

Inoltre, "l'attività di ristorazione può essere svolta con un'accoglienza massima di 60 persone, tra ospiti e personale". Sulla questione nelle ultime settimane sono divampate roventi polemiche a seguito delle visite ispettive della Capitaneria che ha accertato irregolarità urbanistiche legate all'ampliamento e alla messa in sicurezza delle antiche macchine da pesca, che punteggiano il litorale della provincia di Chieti, da Ortona a Vasto-San Salvo. Gli imprenditori, nel corso degli anni, anche grazie alle concessioni dei Comuni, hanno allargato l'attività, affiancando a quella della pesca anche la ristorazione.

I trabocchi sono 33, distribuiti su otto comuni, e su una quindicina si svolge attività di ristorazione. 

"Questa legge è un’occasione mancata per l’Abruzzo, che vede nei trabocchi strutture uniche al mondo, simbolo della nostra storia e della nostra cultura. Da oltre dieci anni la Regione non licenzia norme su questa materia ed ora, invece di apportare la necessaria e utile chiarezza, approva un testo che crea ancora più confusione e che recherà più problemi di quanti ne risolve", lo afferma il consigliere regionale Pietro Smargiassi, dei 5Stelle.  "Questa norma - chiarisce - non ha nulla a che vedere con l’apertura dei ristoranti prevista per la prossima stagione. Essa va a risolvere una serie di problemi, anche e soprattutto grazie al nostro impegno, ma non c’entra nulla con la concessione che il sindaco di Rocca San Giovanni, o chi come lui, deve fornire ai trabocchi per l’apertura. Questo equivoco probabilmente è stato fomentato per far ricadere sul Consiglio il peso morale di un carattere di urgenza che non sussiste e che non ha ragione di esistere. Il tema dell’apertura imminente non c’entra e chi vuole farlo credere fa terrorismo politico. Chiarito questo aspetto, ci sono elementi di sicurezza per i cittadini e tutela del territorio per cui siamo contrari alla legge, soprattutto nella parte in cui si stabiliscono gli aumenti delle superfici, aspetto che ci ha fermamente convinto a votare contrariamente al testo della maggioranza".

"Ora - aggiunge Smargiassi - l'Abruzzo si riappropria dei trabocchi, che tornano ad avere una funzione didattica e turistica. Sarà obbligo del traboccante, infatti, mettere a disposizione la struttura per attività di formazione, ricevere scolaresche in gita ai fini di diffondere il patrimonio culturale e storico del trabocco e mantenere funzionante il sistema dell'antica pesca da mostrare agli avventori. Gli orari delle visite ed i giorni di apertura al pubblico saranno resi noti per ogni singola struttura, ma non possono essere meno di 12 ore mensili".

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