Coronavirus. Lanciano e Ortona. Per i funerali la Diocesi si attrezza di termoscanner

La Diocesi in soccorso ai fedeli. Lo comunica il vescovo di Lanciano-Ortona, Emidio Cipollone. Dal punto di vista finanziario infatti si accollerà le spese che permetteranno poi di poter celebrare i funerali. Occorre dotarsi di termoscanner e di mascherine per i sacerdoti. 

La Diocesi infatti è "impegnata economicamente sin da ora - come spiega in una nota - nella ricerca tempestiva di mezzi e strumenti idonei a che tutti i parroci e amministratori parrocchiali possano svolgere il ministero pastorale “in sicurezza” durante il periodo di emergenza. Appena tutte le parrocchie si adegueranno alle norme sanitarie, i funerali si potranno svolgere regolarmente in chiesa (con numero max di 15 persone).

Per poter celebrare un funerale in condizioni di sicurezza è ancora necessario, infatti, che ogni santuario si adegui a quanto previsto dalla normativa sanitaria, spiega Cipollone, ed in particolare occorre "la misurazione della temperatura corporea, attraverso termometro digitale o termo-scanner per chi entra in chiesa (condizione da soddisfare qualora si celebri in chiesa oppure, per diverse ragioni, all’aperto); l’utilizzo della mascherina; la distribuzione dell’Eucaristia da parte del celebrante deve avvenire con cura minuziosa dell’igiene delle proprie mani; è necessaria una regolare sanificazione della chiesa ed individuare un addetto alla sicurezza e un gruppo di volontari a cui affidare il servizio d’ordine per una ordinata celebrazione".

Fino a che le chiese non si saranno adeguate, bisognerà cotinuare a "celebrare la sola benedizione esequiale direttamente al cimitero, come normato dalle disposizioni del 12 marzo 2020”.

Infine l’arcivescovo confida nell’osservanza delle norme fin qui attuate: “Ricordo a tutti i sacerdoti, in qualità di cittadini responsabili, di osservare con molta cura e prudenza le norme igienico-sanitarie emanate dallo Stato e recepite dalla Chiesa italiana; ne va della salute dei nostri fedeli e della credibilità della Chiesa”.

Alessandro Di Matteo

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