Altino. E Papa Francesco cita il parroco don Giuseppe nell'omelia

“Ma quello sono io!”. Traballa dalla sedia don Giuseppe Schieda, 36 anni, giovane parroco di Altino (Ch). “Sì, sono proprio io!”. Il Papa che cita il parroco.

Lo fa indirettamente. Ma fa riferimento ad un fatto inequivocabile. E' giovedì santo e in tv c’è Papa Francesco per la celebrazione della liturgia “Coena Domini”. E' la celebrazione nella quale è stata istituita da Gesù l’eucarestia, ed è per questo anche il giorno della festa dei sacerdoti. Papa Francesco parla dei preti e racconta come dev’essere il prete fra la gente: “Ci sono parroci di 5-6 o 7 paesini, in montagna, e vanno nell’uno e l’altro. Conoscono la gente. Una volta uno mi diceva che sapeva i nomi di tutta la gente del paese. Davvero? - gli ho chiesto -. E lui: 'Anche il nome dei cani!’”.

Riservato e schivo com’è alle luci della ribalta, stavolta don Giuseppe manifesta pubblicamente la sua felicità: "Per me è stata un’emozione immensa sentire quelle parole, perché quel prete ero io: nel 2013 ero segretario del vescovo (Bruno Forte, della diocesi di Chieti-Vasto - ndr) ed ero parroco di Pretoro (Ch), un piccolo paese di montagna. Subito dopo il nostro incontro, rimasi quasi mortificato del tenore del nostro discorso: avevo parlato al Pontefice dei cani di Pretoro!”.

L’arcivescovo nell’occasione aggiunse che "i nostri cani, Santità, sono religiosi". Quella conversazione fatta in piazza san Pietro (vedi foto) non è rimasta inascoltata. “A distanza di anni, era il 15 maggio del 2013, Papa Francesco ricorda ancora quello scambio di battute. Sicuramente non ricorda il mio volto però... porta come esempio bello quel modo semplice di essere prete. Il regalo più grande in questo Giovedì Santo!”.
E nel giro di poche ore s’è sparsa la notizia per tutto il paese. E sono stati in tanti a congratularsi col giovane sacerdote, ad Altino dal 2015.

Anche il sindaco Vincenzo Muratelli è raggiante: “Per tutta la comunità di Altino è stata una gran bella sorpresa. Chi avrebbe potuto mai immaginare che fra tante udienze, tanti racconti che riceve ogni giorno da tutto il mondo potesse ricordare l'esperienza di don Giuseppe? Significa soprattutto che al Santo Padre l’esperienza di vita di don Giuseppe è servita per insegnare a vivere il sacerdozio fra la gente. È stato un momento speciale per don Giuseppe e per tutti noi”.

Alessandro Di Matteo
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