Voragini nelle strade, tombini saltati, tegole volate via e tetti sfondati, locali al pianterreno inagibili, senza contare le centinaia di auto con il parabrezza pericolosamente lesionato, se non distrutto. E poi alberi da frutto, ortaggi e colture cerealicole devastati. A Pescara in meno di un'ora sono caduti 120 millimetri di pioggia.
Riguardo agli eccezionali eventi meteorologici del 10 luglio scorso, con piogge associate a trombe d'aria, vento fortissimo, allagamenti ed estese e violente grandinate che si sono avuti, prevalentemente, in Abruzzo, su una vasta zona della fascia costiera, il presidente della Regione, Marco Marsilio, rende noto che presso la Struttura di protezione civile regionale sono state avviate le necessarie procedure di ricognizione per il tramite dei Comuni colpiti.
I privati che hanno subìto danni potranno rivolgersi al Comune in cui il sinistro si è verificato al fine di presentare nel dettaglio la propria relazione. Il termine ultimo per la ricognizione dei danni è fissato al 22 luglio prossimo.
Ieri Marsilio ha anche tenuto una riunione al Centro operativo (Coc) di Pescara, con i sindaci dei centri maggiormente colpiti dal maltempo. "Stiamo facendo la conta dei danni - dice il governatore - ma data l'eccezionalità dell'evento abbiamo preannunciato al Governo la richiesta dello stato di emergenza per calamità naturale. Stiamo valutando i danni subiti da abitazioni private, scuole e altri stabili pubblici e privati".
Oggi la Giunta regionale, riunita a Pescara in seduta straordinaria, ha infatti deliberato la presa d'atto dell'eccezionalità degli eventi. Considerando la notevole rilevanza dei danni subiti, l'esecutivo dopo aver inviato specifica nota al capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, ha dato mandato alla struttura regionale di Protezione civile di adempiere ai provvedimenti necessari. Inoltre ha preso atto che la struttura regionale di Protezione civile ha comunicato ufficialmente ai 305 Comuni le attività da svolgere.
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Nelle foto la riunione a Pescara con i sindaci