Calcio. Caos nel campionato di Eccellenza

Caos Eccellenza. Le società si presentano alla riunione convocata dal presidente Ezio Memmo, in ordine sparso tanto da determinare la proposta di un format del tutto impensabile fino a pochi giorni fa.

Andiamo per ordine, la prima società a dichiararsi contraria è stata quella del Casalbordino, dove Alessandro Santoro, da tempo aveva manifestato le sue intenzioni, sostenendo che la salute viene prima di tutto, ed invitando ad effettuare al più presto le vaccinazioni affinché da settembre si possa tornare in campo. A questo invito, è seguita la presa di posizione del club dei Nerostellati, che in un lungo comunicato, hanno spiegato le proprie ragioni.

Il motivo principale a non riprendere il campionato, consisterebbe, nella tutela dei propri tesserati e collaboratori, ma non solo, anche nei confronti di tutte quelle categorie di professionisti e non, che stanno attraversando un periodo così difficile. Nel comunicato, si legge che non è il tempo né il caso di di continuare questo gioco partecipando a campionati di forma spezzatino, chiaramente falsati. Il calcio dilettantistico, pur avendo l'importante compito di funzione sociale, deve fare un passo indietro quando si parla di salute, famiglia, lavoro, poiché fondamento di vita. Ci si pongono tre domande:

A cosa andrebbe incontro un calciatore, allenatore, dirigente, collaboratore o arbitro dilettante in caso di contagio Covid 19?

Quali effetti avrebbe un eventuale contagio Covid 19 di un calciatore, tecnico, dirigente, o collaboratore sugli altri tesserati sui loro famigliari, e colleghi di lavoro?

Perché e per cosa un dilettante dovrebbe esporsi a ulteriori rischi i contagio da corona virus in un tale contesto di emergenza sanitaria ( e non solo), a livello regionale, nazionale mondiale?

La risposta a queste domande risiede nel tenere alta la guardia sulla tutela della salute, quale elemento essenziale della nostra vita. Per queste ragioni, i Nerostellati non sono disposti a riprendere il campionato 2021/21, ed auspicano che anche altre società dilettantistiche diano forza a questa voce.

Come dicevamo all'inizio, il grido di allarme dei Nerostellati è stato in parte raccolto, e molte società hanno dichiarato nella riunione svoltasi a livello telematico sulla piattaforma Zoom, e convocata dal presidente Memmo, di non voler procedere alla ripresa del campionato. Quelle che hanno manifestato la volontà di tornare a scendere in campo sono al momento, L'Aquila, Avezzano, Delfino Flacco Porto, Chieti, Lanciano, e Capistrello. L'esiguo numero di queste ultime, ha determinato la proposta di azzerare l'attuale campionato e disputare un mini campionato, con gare di andata e ritorno, che partirebbe dal mese di Aprile, tra le società propense alla ripartenza. Inoltre le società che non tornano in campo, conserverebbero la categoria, purché paghino il costo dell'iscrizione all'attuale campionato. La situazione, non è affatto definitiva nelle prossime ore, e comunque prima del Consiglio Federale Nazionale della FIGC, previsto per mercoledì 10 marzo, potremmo avere delle ulteriori sorprese.

Trovare il bandolo della matassa è molto difficile, sopratutto se pensiamo al fatto di raccordare il campionato di Eccellenza a quello di serie D. Sicuramente il presidente Gravina, si troverà difronte ad una situazione frammentata ed a macchia di leopardo. Il comitato regionale Umbro ha dichiarato di non voler tornare in campo, dello stesso avviso il Friuli Venezia Giulia, mentre il comitato regionale Lombardia, che ospita il campionato con il maggior numero di squadre di Eccellenza (pensate che ci sono tre gironi), ha lasciato la piena libertà alle società, dello stesso avviso il comitato regionale Piemontese e della Val D'Aosta. Una situazione difficile, per Gravina, che dovrà cercare di soddisfare interessi diversi ed in piena antitesi in diversi casi. 

Uranio Ucci

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