Calcio. Tra Pescara e Perugia tutto fumo e poco... arrosto. Un pari che serve
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Pescara e Perugia, tanto fumo e poco... arrosto. Dopo una gara dalle tante emozioni, abruzzesi e umbri preferiscono guadagnare un punticino a testa per muovere la classifica.

Le due squadre si frugano nelle tasche per mettere insieme gli spiccioli di una questua particolarmente povera per chiedere la grazia di un successo scaccia crisi nel giorno, guarda il caso quando ci si mette, di Santa Vittoria. E' un punto strano, quello conquistato da entrambe al termine del 2-2 dello stadio Adriatico: un punto poco utile ad entrambe, ma che allo stesso tempo serve come il pane nella lotta per cercare di evitare i play out.

Le due compagini, che stanno attraversando una crisi mistica e di risultati, tuttavia hanno dato vita a un match avvincente. Un eventuale successo, non solo avrebbe potuto dare una bella mazzata alle inseguitrici, ma avrebbe anche consentito di guardare a un possibile avvicinamento alla zona play off alle due formazioni distanti un punto in graduatoria. Chi pensava, fino a una settimana fa, che mister Legrottaglie fosse l'unico depositario in zona delle doti ascetiche, deve assolutamente ricredersi. In campo, infatti, con l'avvento del nuovo allenatore Andrea Sottil, abbiamo visto più miracoli di quanti ne sarebbero stati sufficienti per rendere questo incontro sovrannaturale. Si parte con lo schema adottato della formazione biancazzurra, tornata al 4-3-2-1 con un utilizzo dei giocatori nel loro ruolo naturale, fatta eccezione della posizione di Balzano sulla sinistra.

L'albero di Natale addobbato da mister Sottil lascia già intuire la ricerca del tentativo  di una nuova rinascita, essendo simbolo di vita e di speranza. Le nuove posizioni danno da subito frutti da paradiso terrestre: la squadra gioca con una disinvoltura tale che le occasioni fioccano come multe sui parabrezza delle auto in zona di varco attivo. Bastano pochi minuti di imposizione delle mani da parte del nuovo allenatore che Galano risorge con una rete tanto bella quanto difficile, grazie a una cometa rimasta sulla terra solo perché imbrigliata nella rete avversaria.

Il Pescara si sente in vena di prodigi e Maniero, nonostante le critiche sul suo utilizzo da parte dei tifosi che gli avrebbero preferito un Barabba qualsiasi, decide di trascendere e assurgere verso un secondo gol paradisiaco che manda in estasi i tifosi biancazzurri davanti agli schermi. I due eroi adriatici avrebbero avuto anche la possibilità di chiudere la partita con altrettante occasioni di una semplicità elementare rispetto alle reti del doppio vantaggio, ma è il portiere del Perugia, Vicario, a vestire i panni del Vicarius Christi chiudendo a chiave le porte dell’Eden prima che venisse cantato l’alleluja biancazzurro. Il Pescara, tradito anche da Memushaj che bacia con un lob la parte alta della rete da posizione invidiabile, e da Galano che non riesce a moltiplicare i gol davanti alla porta avversaria, paga il conto.

Tornando alle resurrezioni, purtroppo per i biancazzurri, una prenotazione era stata fatta già da qualche settimana a nome del capocannoniere del campionato, il biancorosso Iemmello: non marcava il cartellino da febbraio e non segnava su azione da dicembre. Insomma, un caso disperato. E indovinate chi alla fine camminerà sulle acque dell'Adriatico? Proprio lui, grazie a una doppietta che nel giro di pochi minuti stende moralmente i devoti a San Cetteo. 

La ripresa vede un Pescara più fiacco, come se il viaggio verso la terra promessa della vittoria, interrotto così bruscamente, gli avesse tagliato le gambe: un po' come se Serse Deejay, dopo una serie di entusiasmanti riempi pista Anni Novanta, in discoteca avesse improvvisamente imposto l’Alligalli per chiudere la serata.

Fernando Errichi

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