Calcio. Pescara al cardiopalma. Aspettando il 31 luglio...

Mettetevi comodi e aspettate serenamente venerdì 31 luglio per vivere gli ultimi 90 minuti di questo campionato di serie B che, nel suo finale, sta regalando più sorprese di un babbo Natale con a disposizione una Carta Oro.

Ma al contempo venerdì munitevi di ansiolitici per superare indenni l’emotività di una serata di calcio che si preannuncia più angosciante del film L’esorcista. Sì, perché l'ultima tornata di gare, sommata alla possibile riconsegna di un punto (o addirittura 2) al Trapani, precedentemente sanzionato per motivi di irregolarità amministrativa riguardante il pagamento ritardato di due mensilità, non permette di dormire sonni tranquilli.

La trentesima di campionato, caratterizzata da perle di assoluta originalità (parlando di perle ci è venuto in mente l'ex presidente Pincione e non so se si tratta di un buon segnale) ha migliorato e di molto la posizione del Pescara che, in base alla sua vittoria stiracchiata contro il già retrocesso Livorno e le sconfitte dell'ultimo secondo del Perugia in casa contro il Trapani e del Venezia a Cittadella, vede uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della lotta per non retrocedere in C. Ma si tratta, è bene ribadirlo, di uno spiraglio e niente più: il suo valore, però, è incalcolabile perché la speranza e la motivazione posso giocare un ruolo fondamentale nella corsa alla salvezza.

I biancazzurri, chiamati ad alimentare questo sentimento con un unico risultato utile possibile, se la sono visti contro un manipolo di ragazzini partiti nella mattinata di ieri da Livorno per giocare la sera stessa: alla fine, toscani piegati 1-0 in base a un risultato ottenuto solamente all'inizio del secondo tempo grazie a un gol di Maniero che appoggia il pallone a porta vuota dopo una invenzione del neo entrato Pucciarelli. Vittoria dimostratasi difficile più per i demeriti dei padroni di casa che per i meriti degli avversari.

Nel primo tempo, infatti, sono evidenti le difficoltà dei biancazzurri ai quali probabilmente tremavano le gambe per il timore di non riuscire a portare a casa un match in teoria già scritto. Si tratta della classica agitazione di chi è consapevole di non essere completamente all'altezza della situazione, un’ansia da prestazione foraggiata nel corso delle ultime settimane dalla mancanza di risultati e sfociata in una sorta di attacco di panico collettivo sul finale. Il pallone, che già all'inizio della partita scottava tra i piedi degli abruzzesi, poi è diventato talmente incandescente da essere difficilmente gestibile: i 5 minuti di recupero annunciati al novantesimo, diventati poi 6, sono stati accolti con favore solo dalle farmacie di turno in città che, in nottata, sembra abbiano fatto affari d'oro.

A questo punto, analizzando come il Pescara sia riuscito a fatica ad ottenere i 3 punti contro l'ultima della classe, sembra arduo pensare alla possibilità di vincere venerdì al Bentegodi contro il Chievo, capace di battere a domicilio il Benevento. I veneti, che corrono per una posizione nella griglia play off, saranno costantemente con l'orecchio alle radioline (immagine un po' vintage, ma più romantica di una app su uno smartphone) per seguire i risultati in contemporanea del Entella-Cittadella, Frosinone-Pisa e Salernitana-Spezia. Al Pescara, invece, interessa in primis il risultato di Venezia-Perugia e poi Cosenza-Juve Stabia e Trapani-Crotone. Incroci che non facciamo fatica a definire pericolosi almeno quanto quello tra la Cristoforo Colombo e la Laurentina, o come il bivio sulla Pontina per Napoli, chiamati “infroci” nel film Un Sacco Bello di Carlo Verdone.

Fernando Errichi

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