Elezioni comunali Lanciano. Tra promesse, esorcismi e progetti termina la campagna elettorale. In 32mila alle urne

Dalla “restaurazione di Filippo III” alle “ambizioni di Peter Pan”. Dall' “istrionico Ivaldo” al “compassato Furia a cavallo del west”. Si etichettano così, all’interno delle sedi elettorali, fra nomignoli ed esorcismi psicologici, i candidati alle prossime elezioni amministrative a Lanciano (Ch).

Paolini, 65 anni, avvocato e che per già due legislature (dal 2001 al 2011) è stato già sindaco della città. Per gli avversari sarebbe “una restaurazione”, un salto all’indietro per la città. E' candidato a sindaco del centrodestra e appoggiato da 7 liste, fra partiti e civiche: Alleanza per Lanciano, Nuova Lanciano, Liberta in Azione, Lanciano che verrà, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia-Udc-Partite Iva.

Leo Marongiu, 40 anni, agente assicurativo, presidente uscente del Consiglio comunale, esponente storico del Pd. Per gli avversari sarebbe “mettere in mano la città a chi già ha ridotto Lanciano all’insignificanza”. E' candidato a sindaco del centrosinistra e delle civiche, 6 in tutto: Partito democratico, Progetto Lanciano, Lanciano in Comune, Lanciano Vale, UnitixLanciano, Lancianoxtutti.

Ivaldo Rulli, 64 anni, dirigente medico della Asl, appassionato e attore di teatro e cabaret. “Amministrare una città non è come stare sul palco, è altro…”, così gli avversari lo liquidano. E' candidato a sindaco con la lista “Rilanciamo Lanciano”.

Sergio Furia è il candidato a sindaco del Movimento 5 Stelle, lista che per la prima volta, dopo lo straripante risultato delle politiche scorse in città, corre alle Comunali.  Ex sindacalista delle Poste italiane si presenta, con il Movimento tutto compatto, per metter piede in Consiglio comunale. Ergo, sparigliare le carte.

Adesso, in una serata fra le contrade ed una piazza cittadina, un quartiere di qua ed uno di là, tutti, all’interno delle coalizioni, vanno d’amore e d’accordo. E' tutto “peace&love”, “siamo un’unica squadra”, “ci riconosciamo in lui il nostro…….”. Una orchestra da far invidia a “La Scala di Milano”. Nessun rilievo, occhi illuminati di commozione. Applausi scroscianti. Emozioni a fior di pelle per i candidati in lista che ascoltano il proprio sindaco ideale. Che parla, racconta di progetti, sciorina slogan. Passato, presente e futuro della città sono raccontate con eleganza e classe, toni pacati o urlati, secondo l’umore del potenziale elettorato. Le foto delle serate, ci sono, immancabilmente socializzate. Condivise e rricondivise secondo le leggi dello spamming. Ma le folle vere sono mancate in questa campagna elettorale scandagliata dalla pandemia. Di gente nelle serate organizzate, purtroppo, causa Covid-19 o disaffezione alla politica, non ne è girata tantissima. O, almeno, secondo l’entusiasmo che richiederebbe una tornata elettorale che con i massimalismi in campo, è “una votazione storica per la città”! Encomiabile lo sforzo dei candidati per illustrare i rispettivi programmi. Affascinare le piccole folle. “Come sta andando?”, “ma, non so dirti, c’è una strana sensazione, ‘la ggend’ nz’appicc…” la risposta che più volte ci è stata consegnata fra lo sconforto e il buon auspicio.

La prova del nove ci sarà il 5 ottobre, dopo l’orgia notturna di esultanza per il risultato elettorale. Perché da quel giorno, vittoria secca (50% + 1 voto) o ballottaggio si peseranno i voti, le percentuali, i risultati per la spartizione del potere (o servizio) alla città. Da lì bisognerà vedere anche chi saprà coniugare potere&servizio o solo “potere-a-prescindere”. Esperienza e responsabilità. Un ipotetico ballottaggio farà emergere l’anima vera delle coalizioni o le liste in competizione. E col ballottaggio chi non rientrerebbe fra i consiglieri in Comune tirerà la “ruota del carro” del proprio candidato a sindaco? O si defilerà, come avvenuto in passato? Dai risultati elettorali del 3-4 ottobre (o 17-18 ottobre), bisognerà vedere quanto conteranno le alleanze (e relative promesse di assessorato/i, prima e dopo gli apparentamenti di ballottaggio), quanto peseranno le micro-lobby esterne al Consiglio comunale, e le future alleanze in Consiglio comunale, che è quasi sempre una “zona franca” rispetto ai numeri elettorali.

Dunque, calcoli e valutazioni politiche permettendo, sono 15 le liste elettorali in campo per 347 candidati mentre sono 32.758 gli elettori in città (compresi gli iscritti all’albo Aire – residenti all’estero), rispettivamente 16.946 donne e 15.812 uomini. Sono 13 le postazioni di voto con plurime sezioni all’interno delle sedi designate dal Comune.

E si chiude stasera, primo ottobre, con i comizi finali: Filippo Paolini  (ore 21) e Ivaldo Rulli  (ore 20) in piazza Plebiscito. Stessa ora per il Movimento 5 Stelle che però sarà all’Uliveto. Leo Marongiu sceglie prima piazza Plebiscito (ore 19) e poi chiude al quartiere Cappuccini (ore 20 sarà in piazza San Pietro/Frassati) .

Alessandro Di Matteo

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