Unica parlamentare europea abruzzese, l’onorevole Elisabetta De Blasis racconta ad Abruzzolive.tv il suo impegno al Parlamento Europeo e spiega le ragioni del suo recente ingresso nel Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei.
- Chi è Elisabetta De Blasis?
Mi piace raccontarmi soprattutto come donna, moglie e madre, ancor prima di come politico,
perché credo che sentirsi bene nel primo ruolo giovi molto all’essere anche un “bravo politico”.
La famiglia è il perno attorno al quale ruotano la mia vita e quella di mio marito, Angelo.
Abbiamo tre figli meravigliosi che guardiamo crescere con serenità e cercando di renderli sicuri
e al contempo generosi verso gli altri, in un mondo attuale dove la fragilità giovanile imperversa
e i problemi adolescenziali sono davvero tanti.
Sono poi medico cardiologo di area di emergenza e ho esercitato la professione con passione
per oltre 20 anni. Probabilmente, è stata proprio la mia professione ad avvicinarmi alla politica
e devo dire che l’“essere concreti” nell’approccio ai problemi dei cittadini mi aiuta tantissimo
rispetto ai tempi biblici delle pubbliche amministrazioni. Essere una donna in politica, poi, è
veramente un capitolo a parte. Credo che la figura della donna nella politica apporti
quell’approccio del tutto personale, tipico del mondo femminile, prettamente programmatico,
perché è noto che le donne sono molto concrete nella gestione della res publica e meno avvezze
degli uomini nella ricerca spasmodica di posizioni di potere.
- Quali sono i suoi interessi e obiettivi all’interno del Parlamento Europeo?
Il lavoro dei parlamentari europei è praticamente doppio: c’è il lavoro in Parlamento
Europeo, dove difendiamo gli interessi dell’Italia, cercando di collaborare al meglio per la
crescita di tutta l’Unione Europea. E poi c’è il lavoro a livello locale, in Italia, dove
ascoltiamo i cittadini che esprimono le proprie idee e preoccupazioni, nonché i gruppi di
interesse e le imprese. Noi deputati svolgiamo un ruolo importante in merito alle grandi
questioni attuali, come i cambiamenti climatici, i diritti umani e le modalità di
regolamentazione dei mercati finanziari, e lo facciamo attraverso le commissioni che ci
vengono assegnate anche in base alle nostre competenze personali. Questo mi ha permesso di
occuparmi di sanità (Covid, Asbestosi, Vitiligine, Spazio europeo dei dati sanitari, Packaging
farmaceutico) e non solo (Strategia europea per economia circolare del tessile, Packaging
alimentare, Agenda 2030). Ho avuto molte possibilità di interrogare la Commissione Europea
per incoraggiarne l'azione su tematiche di rilievo - tra cui la massiccia immissione sul
mercato UE di grano proveniente da Paesi extra-UE, la mancanza di medici nelle zone
interne e montane, nonché la difesa dei nostri trabocchi. Ho lavorato per difendere i nostri
prodotti agricoli, come il miele, ma anche le nostre zone industriali, ostacolate dalla carenza di
microchip, e chiesto di creare una politica industriale europea che ci tuteli. Ancora più coinvolgente
è però quello quotidiano, spesso dietro le quinte, suddiviso tra i dibattiti nei rispettivi gruppi
politici, oltre alle discussioni e alle votazioni in aula.
Recentemente è passata al Gruppo Parlamentare dei Riformisti e Conservatori, cosa
l’ha attirata verso questo partito?
ECR promuove la giustizia sociale, la sovranità nazionale, la democrazia parlamentare e
diffonde i valori della tradizione nazionale, liberale e popolare del Continente. Crede in
un'Europa di nazioni indipendenti e libere che lavorano unitariamente per ottenere vantaggi
reciproci, mantenendo ciascuna la propria identità e integrità, rispettando il motto vero
dell’Unione Europea che è “uniti nella diversità”.
Ammiro e sostengo l’atteggiamento severo sulle questioni riguardanti la giustizia, la legalità,
la sicurezza e il controllo dell'immigrazione clandestina, puntando all'eliminazione degli abusi
nelle procedure di asilo. Molto importante è inoltre il sostegno dei conservatori alla libertà
dell'individuo, che include la libertà di religione e culto, la libertà di parola e di espressione, la
libertà di movimento e di associazione, la libertà di contratto e di lavoro e la libertà dalla
tassazione oppressiva, arbitraria o punitiva. Avere inoltre alla guida del Paese una grande
Presidente come Giorgia Meloni ha facilitato la mia scelta.
Qual è la sua idea di Europa?
La mia idea di Europa è molto semplice. Il contenitore c’è ed è molto valido
nell’organizzazione generale ma a volte sembra più un vincolo che una opportunità. Ciò che
manca è una cooperazione effettiva tra Paesi membri e occorrerebbe più attenzione ai cittadini
e alle politiche sociali che ai parametri di stabilità. Spesso le idee diventano ideologie. Un
esempio eclatante è il Green Deal, un esasperato ambientalismo che sfocia in una vera e propria
deriva ambientalista che nuoce gravemente alle nostre realtà produttive e non solo.
Lei ha iniziato a fare politica nel Consiglio Comunale de L’Aquila, in un contesto
completamente diverso da quello del Parlamento Europeo. Quali sono le differenze più
rilevanti nel fare politica a livello locale e ai massimi livelli istituzionali?
Considerando il ruolo “principe” della politica, aldilà della sede lavorativa che sia il Parlamento
Europeo o la sala consiliare del Comune di appartenenza - L’Aquila nel mio caso - il fine ultimo
è sempre quello di rappresentare e possibilmente risolvere le istanze dei cittadini. Magari la
politica comunale sembra più vicina ai cittadini di quanto non lo sembri quella di Bruxelles,
ma quest’ultima impatta molto più profondamente la nostra vita quotidiana nel lungo periodo.
Concludiamo con la sua terra, l’Abruzzo. Quali prospettive europee future?
Sono orgogliosa di rappresentare L’Abruzzo in Europa dopo 35 anni e di essere la prima del
centrodestra. Avere un filo conduttore diretto con le istituzioni europee è importante non solo
per l’accesso ai fondi europei ma anche per dare voce alle richieste dei cittadini, soprattutto i
giovani che spesso vedono lontana questa Europa che avrebbe bisogno di un reset generale nei
contenuti, per affrontare i prossimi anni con un senso di appartenenza maggiore. Recentemente,
con la collaborazione del Consigliere comunale de L’Aquila Luigi Faccia - che ringrazio - ho
intrapreso una campagna per la ridefinizione dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle
Zone di Protezione Speciale (ZPS) sul Gran Sasso, perché, nonostante la natura sia di vitale
importanza, non bisogna dimenticare che l’economia dei comuni montani è il motore di queste
zone. Il prossimo anno, all’europarlamento di Bruxelles, ospiteremo infatti un evento dedicato
allo spopolamento delle aree montane e remote, nella speranza di pianificare insieme alle
autorità locali un rilancio del territorio e un rinnovamento dell’impresa locale.
*Questo articolo è stato finanziato dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei nel
Parlamento europeo. 22 dic. 2023
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