Comune Lanciano. Marongiu: 'Centrodestra, Paolini tra parenti serpenti. Amministrazione al ralenty'

“La dialisi verrà spostata o no? Il parcheggio alle Ripe quando sarà concluso? L'intervento sui Funai e su Palazzo Lotti quando vedrà la luce? L'intervento a ingresso città della cava della breccia a che punto si trova? Le strade scolastiche le abbiamo abbandonate? Sul mercato coperto abbiamo un progetto? La questione del cinema al quartiere Santa Rita è nel dimenticatoio? La strada di Marcianese quanto altro tempo dovrà attendere? Gli investimenti sulle contrade dove sono?”

Il centrodestra impegnato nelle sue beghe interne ed esterne presta il fianco a Leo Marongiu, consigliere comunale di "LancianoxTutti", che inchioda il sindaco Filippo Paolini e la sua maggioranza a responsabilità politiche dopo due anni di amministrazione.

Marongiu definisce amministrazione Halloween quella di Paolini che da settimane è costretto (visto il suo aplomb ed esperienza politica)  a subire l’aut-aut di alcuni consiglieri di maggioranza, insieme a una pletora di direttivi di partiti, per cacciare ed avere la “testa” politica del pluri-assessore al Bilancio, Cultura e Sport Danilo Ranieri, giudicato da Fratelli d’Italia e Lega il “traditore” per aver seguito politicamente l’assessore regionale Nico Campitelli (fuoriuscito dalla stessa Lega e paracadutato in Fratelli d’Italia dalla segreteria regionale). Fuori Ranieri dalla Giunta, cosa non facile giacché dietro di sé l’assessore si porta con sé tre consiglieri ed è l’ago della bilancia in consiglio. Ma cosa ha fatto di grave Campitelli? E' piombato sulla tavola imbandita di Fratelli d’Italia a Lanciano che era già pronta per la candidatura alle prossime regionali di Paolo Bomba, assessore di Mobilità e Traffico, Assetto del Territorio e giudicato dalla segreteria comunale di Fratelli d’Italia “professionista e amministratore di lungo corso, candidatura "autorevole e di esperienza per la città di Lanciano". Apriti cielo!

Fra linguaggi paludati – rimpasto, riassestamento delle deleghe, rimodulazione del peso politico – che non convincono neanche il più ignorante dei cittadini, si tratta di una vendetta, uno scontro politico dei vecchi tempi: fra i pezzi di maggioranza frammentati il gelo è glaciale. La stima sottoterra. Paolini sta prendendo tempo perché sa che se si apre una falla “tutta la diga politica della maggioranza viene giù”.  Marongiu nuota nel mare delle faide interne della maggioranza e va a nozze: “Un autobus dove salire o scendere per ambizioni personali e per cercare un’avventura in consiglio regionale: a questo si è ridotta l’amministrazione comunale di Lanciano, a poco più di due anni dall’insediamento della Giunta Paolini ‘nata stanca e che vive per riposare’ per dirla con un ritornello che ormai gira in città. Al dodicesimo anno da sindaco Filippo Paolini ha ormai completamente perso di vista temi che incidono sul presente e futuro dei lancianesi come sanità, sociale, opere pubbliche, infrastrutture, mobilità”.

Minoranza che incide – secondo Marongiu (che è anche segretario provinciale del Partito Democratico) “su pista ciclopedonale, ospedale, dialisi e pubblica illuminazione”, questioni sollevate e che “hanno suscitato minime prese di posizione” della maggioranza”, poi “impegni dal sapore propagandistico e qualche determina riparatoria, da parte di questa Giunta”.

Per cautela e prudenza normativa lo stesso Donato Di Campli, candidato per la Lega alla Regione, ma fino a ieri presidente di Lancianofiera si è dimesso dalla carica: Marongiu punge Paolini: “Emblematica la questione delle ‘dimissioni congelate’ alla Fiera: solo un sindaco debole ed ormai in balia degli eventi e dei parenti serpenti del suo cartello elettorale può accettare il fatto che si giochi a ‘lascia o raddoppia’ ossia se si vince si va in Regione e se si perde tocca il premio di consolazione della presidenza dell'Ente Fiera. Inaccettabile che la Fiera torni nel girone dantesco dei ‘sospesi’: ci sono voluti 10 mesi per la nomina ed ora, di fronte a dimissioni del presidente a cui auguro le migliori fortune e ringraziamenti per il lavoro svolto, si faccia un nuovo bando e si dia certezza all’ente che non può essere considerato come un premio di consolazione”.

E' polemica politica: ma dietro si nascondono verità e vendette, mezze verità e ferite personali politiche fra consiglieri e assessori. Per il bene di chi?

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