Atessa (Ch) - Lavoratori in sciopero, da questa mattina, alla Honeywell di Atessa. Braccia incrociate e produzione ferma... ad oltranza. Il sospetto è che la multinazionale voglia sbarazzarsi dello stabilimento della Val di Sangro e dei suoi dipendenti. Sciopero e sit in dinanzi alla fabbrica, dunque. In strada, con i dipendenti, anche i sindacati e alcuni amministratori comunali.
"Una vertenza che si prospetta lunga e complessa perché le parti in gioco sono distanti e perché, da quanto prospettato, solo il ministero dello Sviluppo economico potrà dirimerla". Così Nicola Scaricaciottoli, sindaco di Paglieta, a fianco dei lavoratori Honeywell. "Il territorio - riprende Scaricaciottoli - soffre questa situazione. Ma non ci sono piaciute le motivazioni, ridicole, addotte dall'azienda a Roma, nell'incontro al Mise. Ha sostenuto che sta "clonando" le fasi produttive del sito della Val di Sangro perché teme la stabilità a livello idrogeologico e il terremoto".
"Si apre una grave crisi per il territorio e per le famiglie - afferma il vice sindaco di Atessa, Federica Cinalli -. L'auspicio è che si avvii un negoziato che porti alla salvezza di tutti i posti di lavoro". "La tensione si sta alzando - evidenzia Nicola Manzi, Uilm Abruzzo -. L'obiettivo è di riaprire la discussione al più presto, senza aspettare ottobre, non con i vertici locali della multinazionale, ma con quelli francesi, o meglio, americani. E ciò a tutela dei 450 posti di lavoro".
"Questo - aggiunge Primiano Biscotti, Fim Cisl - è uno stabilimento che ha una propria storia di efficienza ed eccellenza e va salvaguardato". "Vogliamo che ci venga presentato un piano industriale serio e credibile che ci convinca che nei prossimi mesi Honeywell, ad Atessa, non chiuderà", rincara Davide Labbrozzi, Fiom Cgil. "Vogliamo lavorare e chiediamo certezze per il futuro. Tanti di noi per quest'azienda hanno dato tutto", dice Luca Pizzi, dipendente Honeywell. 18 settembre 2017
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