Fusione Fca-Psa: firmato accordo. Sevel tra dubbi e ottimismo. Il 20 dicembre incontro a Torino

Firmato l'accordo di fusione tra Fca e Psa. La nuova società, che presto avrà anche un nome, sarà il quarto costruttore automobilistico al mondo - dopo Volkswagen, Toyota e l'alleanza tra Renault, Nissan e Mitsubishi - in termini di volumi e il terzo in base al fatturato, con vendite annuali di 8,7 milioni di veicoli e ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro.

 Il gruppo avrà "una solida struttura di governance", viene fatto presente da ambo le parti, con John Elkann alla presidenza e Carlos Tavares ceo. Il cda avrà 11 membri, con una maggioranza di consiglieri indipendenti. 

La neonata società avrà sede in Olanda sarà quotata su Euronext (Parigi), Borsa Italiana (Milano) e al New York Stock Exchange e beneficerà della sua forte presenza in Francia, Italia e negli Usa. Inoltre, si sottolinea in una nota delle due parti, "team, competenze, risorse e dimensioni in grado di cogliere con successo le opportunità offerte dall'era della mobilità sostenibile... Avrà una robusta base per promuovere e stimolare ulteriormente l'innovazione e determinare lo sviluppo di competenze all'avanguardia nel campo dei veicoli alimentati a energie alternative, della mobilità sostenibile, e della guida autonoma e connessa". 

Conta su un portafoglio di brand iconici e altamente complementari a copertura di tutti i segmenti dal luxury al premium, dai veicoli passeggeri mainstream fino ai suv, ai truck e ai veicoli commerciali leggeri. Questo grazie alla forza di Fca in Nord America e in America Latina e alla solidità di Psa in Europa. Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica molto più bilanciata, con il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America, sulla base dell'aggregazione dei dati 2018 delle due società.

Si sugella, così, un percorso di collaborazione che da anni già si sta realizzando in Abruzzo nello stabilimento Sevel di Atessa (Ch), con la produzione dei veicoli commerciali leggeri e la suddivisione al 50% del comando. In Val di Sangro, dove si realizzano furgoni, l'intesa Fca-Psa funziona, infatti, dal 1981, e il patto produttivo era stato allungato, nei mesi passati, fino al 2023.

In una lettera inviata ai lavoratori di Fca, l'ad Mike Manley, dice... "unendo i due gruppi, saremo pronti a competere e a vincere in un settore che sta attraversando una trasformazione epocale". Matrimonio arrivato, dunque, dopo dieci lunghi anni alla ricerca di un partner per il gruppo italo-americano. Ed è John Elkann a realizzare il sogno di Sergio Marchionne, che è stato il primo a porre nel 2014 la necessità del consolidamento per consentire la sopravvivenza del settore. "L'industria dell'auto è troppo frammentata e il capitale necessario per farla andare avanti è eccessivo, antieconomico", affermò. Il suo sogno era la fusione con General Motors. L'allora Fiat aveva già realizzato un'aggregazione con la big Usa, poi risolto con un divorzio. Dopo il no di Gm, c'è stato il periodo del 'tormentone' Volkswagen. Nell'estate 2017 l'attenzione si sposta in Asia: Fca discusse con la cinese Geely, ma soprattutto con il gruppo coreano Hunday Motor che ha tra i suoi punti di forza le soluzioni green dall'ibrido all'elettrico, dal gas fino all'idrogeno. I colloqui con la famiglia Peugeot, partner storico di Fiat nella joint venture Sevel che produce veicoli commerciali, sono stati una costante durante l'era Marchionne. Poi è stata la volta di Renaut; 31 ottobre l'annuncio delle nozze con Psa. 

"Uniamo le forze per scrivere un nuovo e ancora più ambizioso capitolo della storia dell'automobile, con la volontà e la determinazione di costruire una grande azienda e svolgere un ruolo decisivo nel plasmare questa  era", scrive John Elkann, presidente del nuovo gruppo Fca-Psa, in una lettera ai dipendenti. "Abbiamo fatto grandi cose, - fa ancora presente - ognuna in modo indipendente, ma insieme faremo qualcosa di straordinario. Ovviamente dovremo lavorare instancabilmente per soddisfare i requisiti di approvazione necessari per portare a termine l'impegno che abbiamo sottoscritto. Ma sono molto felice di poter celebrare il primo passo nella creazione di una grande azienda e non credo ci possa essere modo migliore per chiudere il 2019 e iniziare il nuovo anno".

"Le nostre due aziende - ribadisce - entrambe un orgoglioso esempio di imprenditoria familiare la cui dedizione e il cui impegno rimangono costanti nel corso del tempo e delle generazioni - hanno contribuito a definire il nostro settore fin dalle origini, più di un secolo fa. Siamo all'inizio di un percorso entusiasmante che sta reinventando l'automobile e i prossimi anni saranno cruciali per rimodellare il nostro settore attorno a tre pilastri: veicoli alimentati a energie alternative, guida autonoma e connettività. La rivoluzione tecnologica che stiamo abbracciando richiede un approccio più innovativo di qualunque altra sfida abbiamo affrontato finora".

Un'intesa che piace ai più... Ma sono cauti i sindacati, anche quelli regionali, anche perché il prossimo 20 dicembre è previsto un incontro a Torino, a Mirafiori. E lì, spiega Rocco Palombella, segretario generale Uilm, "incominceremo a capire quali sono le strategie del gruppo nascente. La priorità massima, - sottolinea - è la questione occupazionale, consapevoli dei rischi che qualsiasi integrazione potenzialmente reca con sé". Secondo Uilm ci sono comunque segnali rassicuranti: "La dichiarazione ufficiale che non ci saranno chiusure di stabilimenti e poi la notizia di due rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di amministrazione".

E Sevel? "E' presto per fare commenti - evidenzia Nicola Manzi, Uilm Abruzzo -. Dovremo prestare la massima attenzione agli sviluppi di mercato e di investimento, poiché per il 2021 era stata annunciata la produzione in Polonia di circa 100.000 veicoli l’anno sulla medesima piattaforma del Ducato".

"Venerdì prossimo - dichiara Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl - approfondiremo i dettagli e avvieremo un percorso affinché siano definite garanzie per i siti italiani". "Sono convinto - puntualizza Domenico Bologna, Fim Abruzzo e Molise - che sia un accordo positivo per il territorio. Pensavamo, tutti, che, dopo il 2023, l'alleanza Psa-Fca sarebbe finita e che, per noi, sarebbe scattata la tagliola... Così, invece, credo che non dovremo e non dovremmo preoccuparci, perché, adesso, parliamo di un'unica azienda che non ha alcun interesse a creare in Polonia un doppione, quando può potenziare qui... Naturalmente la partita si giocherà sul piano delle infrastrutture: fondamentale è il completamento della Fondovalle Sangro, ad esempio, che nel 2022 dovrebbe essere ultimata". 

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Nella foto Manley e Tavares

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