Fermi produttivi alla Fca Italy (ex Sevel) di Atessa (Ch): la questione approda a Bruxelles.
A febbraio c'è stato un lungo stop, di circa dieci giorni; a gennaio ce n'era stato un altro di una settimana: in entrambi i casi è stato provocato dalla mancanza di componenti e in particolare di microchip. Pause forzate che hanno messo in crisi anche le diverse aziende dell'indotto che hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Sulla questione, che al momento è il tallone d'Achille della fabbrica del Ducato, è stata pesentata un’interrogazione, alla Commissione Europea, dall'europarlamentare della Lega, Elisabetta De Blasis (Gruppo Identità e Democrazia). Iniziativa adottata - spiega in una nota - "per salvaguardare la produttività del più grande stabilimento di furgoni e veicoli commerciali in Europa".
“Nonostante la legislazione che si sta approvando per cercare di riportare in Europa la produzione di microchip, - spiega l'europarlamentare - la nostra industria automobilistica rischia di soffrire una perdita di competitività a livello mondiale. Per questo ho chiesto alla Commissione di avviare, entro il primo semestre di quest'anno, un dialogo con i gruppi industriali del settore, per tutelare la produzione e favorire la creazione di distretti industriali elettronici specifici, per salvaguardare imprese ed occupazione, anche nel nostro territorio".
L'interrogazione è stata condivisa anche dagli altri europarlamentari del Carroccio, Paolo Borchia, Rosanna Conte, Matteo Gazzini, Paola Ghidoni, Elena Lizzi, Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri.
Nel sito ex Sevel, nel 2022, sono stati realizzati 206.000 furgoni: è stata la realtà industriale del colosso Stellantis con maggiore produzione, ma anche l’unica con un risultato negativo rispetto al 2021 (- 22,3%). Per l'assenza di semiconduttori, si sono persi, infatti, circa 116 turni di lavoro pari a circa 38 giorni. Aggiungendo i sabati straordinari pianificati ma non fatti sono stati superati i 140 turni azzerati.
Sulla questione interviene anche l’assessore regionale Nicola Campitelli, che rintuzza: "Produrre in UE genererebbe un duplice vantaggio: la facilità di reperimento dei pezzi e meno inquinamento da Co2. Massima attenzione dalla Regione". 01 mar. 2023
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