Tra Poggiofiorito ed Ortona. Crisi della Tekne, a rischio 200 posti di lavoro

Fino ad alcuni mesi fa contava oltre 200 lavoratori, tra operai specializzati, ingegneri, progettisti e tecnici e le difficoltà che pure si affacciavano all’orizzonte della Tekne Spa, di Poggiofiorito (Ch), con sede operativa pure a Ortona (Ch), oltre ad un magazzino a Guastalla (Reggio Emilia), forse non lasciavano ipotizzare la crisi nella quale invece è precipitata.

E quella da sempre considerata azienda leader nel settore della progettazione, produzione di veicoli speciali e militari, rivelazione e fiore all’occhiello, con un portafoglio ordini già conosciuto fino al 2035, sta vivendo il suo momento peggiore e con essa i dipendenti. Che tra pochi giorni conosceranno il loro destino. Ad alzare la voce è la Fiom Cgil di Chieti, che ripercorre i punti più importanti di questa difficile e piuttosto atipica vertenza.

 “L’attuale situazione ci consegna un’azienda – scrive in una nota Andrea De Lutis segretario provinciale della Fiom -  che oltre ad avere difficoltà nel pagare i lavoratori, non è riuscita ad onorare una parte importante degli impegni con i fornitori. E non è stato ancora pagato uno degli stipendi attesi entro il 20 novembre e niente è stato comunicato in proposito, nonostante diverse sollecitazioni. Siamo davvero preoccupati da questa situazione e, come Fiom,  abbiamo aperto un tavolo in Regione Abruzzo e abbiamo avviato una serie di incontri con l’assessore Tiziana Magnacca. Abbiamo anche coinvolto la Fiom nazionale per avere un supporto e abbiamo tenuto, e continuiamo a tenere, una serie di incontri ravvicinati con la Tekne, per monitorare la delicata situazione". Per il sindacato si tratta di una vertenza molto complessa, perché non ci sono intenti da parte della proprietà di delocalizzare, né c’è la mancanza di commesse.

"Ci siamo trovati davanti una serie di situazioni ed equilibri che se non mantenuti, avrebbero favorito la cessazione dell’attività o avrebbe dato alibi ad altri che volevano arrivare a questo triste epilogo per poi lucrare sulla situazione. Abbiamo scelto – sottolinea De Lutis - i il percorso più complicato, soprattutto per loro. A seguito delle difficoltà l’azienda ha avviato una procedura volontaria chiamata composizione negoziata. Questa procedura, vede la nomina da parte della camera di commercio di un soggetto esterno denominato “Esperto”, si tratta di un professionista di Lanciano con il compito di vigilare sull’operato aziendale di concerto con il Tribunale, dare suggerimenti e alla fine del periodo previsto, dovrà redigere una relazione che potrebbe anche decidere il futuro dell’azienda". 

“Come Fiom insieme alle Rsu, vista l’importanza della figura dell’Esperto, abbiamo tentato più di una volta di avere un incontro che però non c’è mai stato – aggiunge il segretario provinciale – nemmeno per avviare la discussione in merito alla cassa integrazione, momento in cui sarebbe stata importante la sua presenza. Non siamo riusciti dopo quattro mesi ad avere notizie su come sta procedendo. Avremmo voluto discutere anche di un piano di recupero delle mensilità arretrate, invece finora niente”. Silenzio, dunque, da parte di chi insieme all’azienda dovrebbe far luce sulle ombre che ancora avvolgono l’intera vicenda. La Tekne in questa fase ha chiesto anche il supporto di una nota società di fama mondiale di nome Deloitte, multinazionale britannica di servizi di consulenza e revisione.

"La procedura avviata dall’azienda ha una durata di 4 mesi, in questo lasso di tempo tutti i creditori, (tranne i lavoratori), non possono intraprendere azioni di recupero e la scadenza è vicina – conclude De Lutis -, tra pochi giorni sarà il momento della verità,  non sono tante le ipotesi, o la continuità o la fine dell’azienda con le gravi e deducibili conseguenze".

Sulla vertenza Tekne interviene anche Daniela Torto, deputata del Movimento 5 Stelle che suona la sveglia alle istituzioni “che hanno il dovere di vigilare affinché vengano garantiti i diritti dei lavoratori” e si dice pronta a interpellare il ministro delle Imprese e del Made in Italy nonché il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. “Chiederò come Governo e Regione, entrambi di centrodestra e alleati, intendano salvaguardare i posti di lavoro e garantire il pagamento delle spettanze arretrate. Mi preme sapere, inoltre, se il governo nazionale intenda promuovere un tavolo di confronto urgente con i rappresentanti dei lavoratori, la proprietà aziendale e i potenziali acquirenti con cui è in essere una trattativa, al fine di definire un piano di rilancio industriale".  29 nov. 2024

PINA DE FELICE

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