Coronavirus. Scioperi, assenze e mancanza di materiali: Sevel si ferma

Scioperi, assenze e mancanza di pezzi: si ferma la Sevel di Atessa (Ch). Lo stop produttivo, che parte stasera alle 22.15, durerà l'intera settimana. La ripartenza è prevista per il prossimo 23 marzo.

Si conclude così, causa Coronavirus, il braccio di ferro tra direzione, sindacati e dipendenti. Lo stabilimento del Ducato, dopo il blocco per l'adeguamento della fabbrica alle norme anti Covid 19, tra le polemiche, aveva riaperto stamattina. Nonostante fossero tutti contrari. Ma tra cassa integrazione, congedi, malattia e paura da contagio, i lavoratori si sono presentati in azienda in numero ridotto. "Assenteismo al 63% circa", è il dato che viene fuori da qualche sigla sindacale.

Da Fca nel frattempo avevano fatto sapere che "Sevel, d'accordo con le organizzazioni sindacali", aveva "ridotto le presenza in fabbrica del 45 per cento" per attenersi alle disposizioni del Governo, e aveva "diminuito anche la produzione". Ma niente mascherine agli operai e niente disinfettanti.

"I lavoratori, nonostante gli accorgimenti, hanno paura di contrarre il virus", hanno ribadito Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Aqcf, mentre Cobas e Usb avevano indetto scioperi fino a sabato prossimo, 21 marzo.

Nel frattempo si sono moltiplicati gli appelli dei sindaci - da Lanciano, Mario Pupillo; ad Atessa, Giulio Borrelli; a Pizzoferrato, Palmerino Fagnilli - che chiedevano, per ragioni di sicurezza, la chiusura, in Val di Sangro, di tutti stabilimenti che realizzano beni "non di prima necessità".

A dare il colpo di grazia lo sciopero alla Isringhausen, industria dove si assemblano sedili per il furgone Ducato. Qui - su richiesta di Fiom, Fim e Uilm - i lavoratori hanno incrociato le braccia, paralizzando di fatto Sevel per carenza di forniture. Intanto, dai Cobas, è stato indetto lo sciopero anche alla Fca Plastics Unit, che realizza componenti per Sevel. 

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