Coronavirus. Marsilio: 'Pronto a 'chiudere' la Val di Sangro e tutte attività non strategiche'

"Spegnere" la Val di Sangro e le aziende che realizzano beni "non necessari". Porre ad esse un freno al tempo dell'emergenza. E' questa l'intenzione del presidente della Regione, Marco Marsilio, pressato da tutte le parti sociali.

La Giunta regionale infatti è al lavoro per emanare un'ordinanza che imporrà la "chiusura di tutte le attività non strategiche e la limitazione degli orari e delle modalità" di lavoro di quelle che resteranno aperte. Tra queste dovrebbero rientrare anche gli stabilimenti della Brioni, nell'area vestina, duramente colpita dal Covid 19, e le fabbriche della Val di Sangro, dove si trovano la Honda e la Sevel, zona in cui comunque diverse aziende stanno volontariamente sospendendo la produzione.

In arrivo, quindi, misure più restrittive, che sono state sollecitate anche al premier Conte. "Se il Governo - afferma Marsilio - non accoglierà la nostra richiesta e quelle di altre Regioni, tra cui la Lombardia, faremo da soli". 

"Il contagio  avanza - dice il governatore - e stiamo affrontando i giorni più difficili. Cresce l’esigenza di bloccare tutto ciò che non sia indispensabile per garantire la vita e i servizi essenziali. Sevel ha annunciato il fermo, con cassa integrazione, fino al 29 marzo. Poi si vedrà. Stop anche alla Honda, dal 23 marzo al 3 aprile. "Con esse esse - afferma Marsilio - si è bloccato l’indotto dell’automotive".

La Denso conserverà, per poco, alcune decine di operai per completare le ultime commesse prima di entrare in stand by, mentre la Pilkington terrà aperto solo per mantenere accesso l’altoforno, con numero minimo di addetti. "Servono decisioni responsabili - prosegue il governatore - e ispirate alla massima prudenza e collaborazione". "Gli scioperi, l'indignazione dei sindaci e del territorio - ricorda, in una nota, Palmerino Fagnilli, primo cittadino di Pizzoferrato - hanno prodotto il blocco delle principali aziende. In Lombardia non è stato così ed è accaduto il peggio. Ma ora bisogna andare avanti, con provvedimenti ferrei".

La Honda - fa ancora presente - "pur avendo proceduto ad approntare tutte le misure idonee alla protezione delle maestranze, ha ritenuto, di chiudere con urgenza, considerando "cruciali le due prossime settimane" per l’evoluzione del contagio da Covid 19". E pure nello stabilimento del Ducato, sottolinea, "la ripartenza è condizionata all’evolversi della situazione sanitaria. In ogni caso le rappresentanze sindacali chiederanno il rispetto preciso delle norme del decreto del Governo". Vista la richiesta di cassa integrazione è rientrato lo sciopero alla Isringhausen di Atessa. "La salute prima di tutto", tuona, a ripetizione, Maurizio Acerbo, di Rifondazione. 

"Quella dei lavoratori della Val di Sangro - dichiarano i consiglieri regionali M5s Sara Marcozzi, Francesco Taglieri e Pietro Smargiassi - è una situazione che potrebbe diventare ingestibile. Non possiamo permetterci di sviluppare un focolaio di Covid-19 nella principale area industriale del centro sud Italia. Riteniamo doveroso attivare tutti gli strumenti che la Regione Abruzzo ha a disposizione, la Asl e gli Ispettorati del lavoro, per verificare che la prosecuzione e la ripresa delle attività produttive, avvenga solo in presenza di condizioni che assicurino i giusti livelli di protezione per tutti i dipendenti".

Pressioni anche dai sindacati - da Fiom, Fim, Uilm, Ugl, Usb e Cobas - che da parecchi giorni sollecitano il blocco di tutti i siti produttivi per scongiurare l'ulteriore dilagare dell'infezione.

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