158 bare allineate, come il numero dei morti sul lavoro in Abruzzo dal 2020 ad agosto scorso.
Si è tenuta questa mattina in piazza Martiri della Libertà a Teramo la manifestazione della Uil contro le morti e gli infortuni sul lavoro. Quella di Teramo è la tappa regionale della campagna nazionale di sensibilizzazione che il sindacato promuove nelle maggiori città italiane, per interessare e coinvolgere cittadini e istituzioni sul tema “Mai più morti sul lavoro”.
In piazza c’erano il procuratore capo di Teramo, Ettore Picardi; il prefetto Fabrizio Stelo; il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto; Antonio Duranti di Ital Uil nazionale; il segretario organizzativo Uil nazionale, Emanuele Ronzoni; il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo; il responsabile Dipartimento salute sicurezza e ambiente Uil Abruzzo, Valerio Camplone.
“Abbiamo scelto Teramo perché è la provincia più colpita della nostra regione da morti e infortuni sul lavoro – spiega il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo – e nell’attività istituzionale di contrasto alle morti sul lavoro c’è da parte delle istituzioni, in questo territorio, un’attenzione molto decisa, tant’è che il primo protocollo sulla sicurezza è stato firmato proprio nella prefettura di Teramo”.
“Insistiamo nel portare le bare nelle piazze – aggiunge - perché vogliamo che tutti capiscano che dietro questi numeri ci sono delle persone in carne ed ossa che perdono la vita per andare a lavorare. Quello di oggi è un atto visivo completo per dire che nel nostro Abruzzo, dal 2020, sono venuti meno 158 lavoratori, persone che avevano tutto il diritto di tornare a casa dopo il turno lavorativo. Così non è stato. Continueremo fortemente a richiamare l’attenzione di governo nazionale e istituzioni regionali e locali, affinché il tema della sicurezza torni ad essere primario nelle decisioni che si devono assumere anche a livello legislativo”.
“ ‘Zero morti sul lavoro ’ - conclude - non è solo uno slogan ma è un obiettivo che dobbiamo raggiugere tutti insieme, affinché tutti possano andare a lavorare e tornare tranquillamente nelle proprie case senza lasciare la vita o senza infortunarsi, il più delle volte in maniera grave e irreversibile”. 27 sett. 2024
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