Trivelle ed estrazione gas da sotto il lago di Bomba: no della commissione Via nazionale
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No all'estrazione di gas da sotto il lago di Bomba (Ch). La commissione Via (Valutazione impatto ambientale) nazionale ha dato parere negativo (numero 2848 del 26/10/2018) al progetto, che va così verso una bocciatura certa. A dare l'annuncio è la Stazione ornitologica abruzzese (Soa) che spiega come tra gli argomenti sui quali è stata incentrata la decisione c'è quello del "rischio di sismicità" che le estrazioni potrebbero innescare. "Nella zona del giacimento - fa presente Augusto De Sanctis, della Soa - è stata rilevata la presenza della sorgente sismogenetica "Deep Abruzzo citeriore basal thrust"...". Ed è stato giudicato inopportuno, "per la stabilità della diga di Bomba", il possibile innesco, a seguito di trivellazioni, di questa sorgente, con conseguente sisma di grande magnitudo". "A nostra conoscenza - evidenzia De Sanctis - si tratta del primo progetto bocciato dalla commissione nazionale con questa motivazione".

Il fronte del no è stato compatto. Nei mesi scorsi, su sollecitazione dell'attivissimo comitato "Gestione partecipata del territorio", in prima linea nella lotta, la contrarietà all'ipotesi di trivelle nello splendido scenario di Bomba e alla costruzione di una raffineria a Paglieta (Chieti), è stata ribadita da Regione Abruzzo, Provincia di Chieti, sindaci dei comuni interessati, i quali hanno firmato unitariamente documenti inviati al ministero dell'Ambiente e a quello dello Sviluppo economico per dimostrare "l'unità di intenti di un fronte vastissimo che continuerà a battersi per scongiurare la realizzazione di un progetto dannoso e che - è stato ribadito - mette a potenziale rischio le popolazioni locali e che, soprattutto, ignora del tutto il principio di precauzione, la cui applicazione è stata giustamente sollecitata anche in una sentenza di merito del Consiglio di Stato".
Istanza da bloccare, fu evidenziato, per i forti rischi idrogeologici ad esso connessi. 

La vicenda del giacimento di gas naturale denominato “Colle Santo” e che interessa i centri di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa e Colledimezzo,  è decisamente paradossale. Un primo progetto è stato accantonato nel 1992 da Agip per serie problematiche ambientali. Nel 2004 è subentrata invece la società Forest Cmi Spa che il 20 febbraio 2009 ha presentato all’Unmig l’istanza, denominata "Colle Santo", volta ad ottenere la concessione di coltivazione del giacimento. Una ipotesi subito contrastata.
Il progetto è stato respinto per ben due volte dal Comitato Via della Regione Abruzzo (Giudizi 1929/2012 e 2315/2013) e poi definitivamente bocciato dal Consiglio di Stato in sede giurisdizionale con la sentenza 02495 depositata il 18 maggio 2015. Lo stesso progetto è stato poi ripresentato sostanzialmente identico da Cmi Energia Srl il 20 maggio 2016. Una scelta che Wwf, Legambiente e  "Gestione partecipata del territorio" hanno definito, presentando nell’estate 2016 le proprie osservazioni in opposizione, come "una offesa ai cittadini e allo Stato".

La bocciatura definitiva è, secondo le autorità politiche locali e i cittadini, del tutto inevitabile alla luce anche di una serie di fattori:
- il ministero dello Sviluppo economico e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme a "Gestione partecipata del territorio” di Bomba e al Wwf, sono stati tra i ricorrenti al Consiglio di Stato;
- il territorio con tutte le sue rappresentanze politiche, dalla Regione ai Comuni, si è opposto in ogni sede al progetto;
- le condizioni ambientali che rendono il giacimento non sfruttabile non muteranno nei prossimi decenni e anzi la situazione delle frane attive e quiescenti che circondano il bacino idroelettrico del lago di Bomba può solo peggiorare;
- l'istanza della Cmi Energia Srl, è da ritenersi illegittima, in quanto chiede di sottoporre a giudizio di compatibilità ambientale un progetto identico a quello bocciato poco più di un anno prima da una sentenza del Consiglio di Stato e che un fondamentale principio del diritto romano afferma che “Ne bis in idem”, ossia alla lettera “non due volte per la medesima cosa”.

Anche l'Ispra, Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, ha evidenziato "25 criticità" del progetto, "dalla subsidenza alla sismicità, anche innescata", come hanno ricordato in una nota il Forum H2O e Nuovo Senso Civico. 
"E' un'ottima notizia - commenta Massimo Colonna, presidente del comitato "Gestione partecipata del territorio" -, per cui vanno ringraziati le istituzioni, gli enti, i cittadini e le associazioni, che sono stati al nostro fianco e che si sono battuti, con tenacia, per raggiungere questo obiettivo. Abbiamo vinto una battaglia in cui tutti ci davano per sconfitti ancor prima di iniziare. Ma insieme si può!"
06 novembre 2018

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