"Domani il calendario venatorio dell'Abruzzo verrà esaminato dal Comitato Via della Regione ma la Giunta regionale lo ha già approvato con delibera 497 del 14 agosto scorso senza l'obbligatoria Valutazione di incidenza ambientale e in palese contrasto con molteplici indicazioni del parere dell'Ispra, massimo organo dello Stato in materia, e dello stesso ministero dell'Ambiente".
E' quanto denuncia, in una nota, la Stazione ornitologica abruzzese (Soa) che interviene nel confusionario "procedimento di Valutazione di incidenza ambientale nei termini di legge, elencando numerosissime criticità di questo calendario venatorio", che è stato adottato non aspettando neppure i termini di scadenza per la presentazione delle osservazioni.
Le aree adiacenti alle foci fluviali - spiega l'associazione - sono come un'oasi nel deserto per la sosta durante la migrazione e lo svernamento di specie legate agli ambienti acquatici, molte delle quali protette, dal falco di palude al gabbiano corallino, passando per il beccapesci. Ma l'esecutivo Marsilio - viene rilevato - riapre questi territori alla caccia dopo oltre un decennio, determinando un disturbo fortissimo, vietato espressamente dalle norme comunitarie, in periodi di grande vulnerabilità per la vita di un animale.
Si parla tanto di orso bruno maarsicano, ma nell'area contigua del Parco nazionale d'Abruzzo la Giunta consente l'accesso a tutti i cacciatori e non già ai soli residenti come impone la Legge quadro sulle Aree protette 394/1991.
La Soa rimarca le numere parti del calendario in difformità con le indicazioni dell'Ispra. Addirittura, in pieno contrasto con le richieste ufficiali di Commissione europea e ministero dell'Ambiente, rende possibile la caccia a moriglione e pavoncella, due specie in fortissimo calo numerico. E lo fa con motivazioni leguleie risibili sostenendo che "il ministero non può chiedere alle Regioni la chiusura della caccia su singole specie quando la stessa Legge nazionale sulla caccia, la 157/1992 imporrebbe la chiusura del prelievo in presenza di criticità acclarate come in questo caso". La Regione poi non tiene in alcun conto, come vorrebbe la normativa comunitaria, del rischio di confusione da parte dei cacciatori tra specie molto simili, magari una protetta e l'altra no. Ad esempio, sfidiamo chiunque a riconoscere a 20-50 metri in qualche millisecondo e senza binocolo l'allodola e la tottavilla, la prima purtroppo ritenuta cacciabile, la seconda tutelata a livello internazionale.
In alcuni casi la Giunta dà l'ok alle doppiette ad ammazzare specie molto rare come il frullino o anticipa incredibilmente, con la pre-apertura, la caccia alla tortora al primo settembre, una specie "in precario stato di conservazione" come ricorda sempre l'Ispra. C'è poi il caso della coturnice. L'Abruzzo ospita la popolazione più importante della specie, che è in diminuzione in buona parte dell'areale. In questo senso lo stesso Parco d'Abruzzo ha richiesto la sospensione al prelievo della specie. Inoltre L'Ispra chiedeva il posticipo dell'apertura della caccia per molte specie e l'anticipo della chiusura per altre, come ben 13 specie acquatiche - dalla folaga alla canapiglia, beccaccia e beccaccino.
Dichiara Massimo Pellegrini, naturalista e presidente della Stazione ornitologica abruzzese: "Approvare il calendario prima della valutazione di un organo della Regione stessa è una forma di schizofrenia volta solo ad accontentare i cacciatori nascondendo, tra l'altro, l'inerzia degli uffici competenti che dovrebbero predisporre il calendario venatorio entro il 15 giugno. Si arriva all'ultimo momento per cercare di forzare la mano e mettere tutti davanti al fatto compiuto ed evitare ricorsi. Per carità, - aggiunge - anche l'Ispra potrebbe essere criticato, se la Regione avesse dati validati dal punto di vista scientifico. Arriviamo al paradosso che nella stessa delibera del 14 agosto da un lato si sostiene di utilizzare i contenuti del redigendo Piano faunistico venatorio la cui elaborazione è stata affidata ad Ispra con oneri importanti, oltre 100.000 euro, e dall'altro ci si discosta dalle indicazioni dello stesso istituto sostenendo che non ha conoscenze sullo stato delle popolazioni di animali della regione! Auspichiamo che il Comitato Via della Regione Abruzzo tenga conto di tutte queste criticità".
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Foto Davide Ferretti, Enzo De Bernardinis, Augusto De Sanctis, Paolo Forconi, Marco Liberatore