Allarme incidenti stradali provocati dai cinghiali nella provincia di Chieti, con oltre 500 casi.
Lo dice uno studio condotto dal Dipartimento Prevenzione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, diretto da Giuseppe Torzi, che ha preso in esame il periodo tra il 1° gennaio 2016 e il 30 giugno 2019, durante il quale sono stati rinvenuti 540 esemplari morti a seguito di un incidente sulla strada. Secondo la rilevazione, tutta la provincia è coinvolta dal fenomeno ma l'area più a rischio risulta il distretto di Vasto con 314 casi rispetto ai 160 di quello di Lanciano e ai 66 di Chieti.
È emerso inoltre che il 62,59% degli incidenti avviene di notte e il maggior numero di scontri è concentrato tra marzo e novembre, con picchi ad aprile e maggio. Il problema dei danni provocati dai cinghiali - riferisce una nota della Asl - è definito "attuale e sempre più allarmante", in virtù della crescita progressiva negli anni: dai 96 casi registrati nel territorio provinciale nel 2016 si è passati ai 149 del 2017, ai 198 del 2018 e ai 97 dei primi sei mesi di quest'anno. Lo studio è stato inviato all'assessorato regionale alla Salute, al prefetto e a tutti i sindaci della provincia di Chieti con indicazioni sui possibili interventi per ridurre i rischi per gli automobilisti.
"Osservando la geolocalizzazione dei sinistri - spiega Torzi, che ha curato lo studio insieme ai veterinari Pietro Di Taranto e Alessia Ioannoni del Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche - si può notare come questi avvengano prevalentemente in zone agricole percorse da strade a scorrimento veloce. Un esempio è dato dal tratto di statale 16 attraversato dai cinghiali che, provenienti dalle zone collinari, si dirigono verso la riserva naturale di Punta Aderci, ricca di coltivazioni e con pochi insediamenti umani. Tale riserva è inoltre un'area protetta, limitrofa a una zona aperta alla caccia, verso cui gli animali in fuga si dirigono per trovare rifugio. I nostri dati - aggiunge - possono risultare utili alle amministrazioni locali per individuare questi tratti stradali e installare reti di protezione, dissuasori o altri dispositivi in grado di impedire l'attraversamento degli ungulati".
Nel dettaglio, i ritrovamenti di cinghiali morti nell'area del Vastese sono avvenuti soprattutto lungo la statale 16 e la statale 650 dove si contano rispettivamente 98 e 27 casi. Il comune più colpito è quello di Vasto dove sono stati rinvenuti 101 esemplari morti di cinghiale, seguono Casalbordino (64) e Torino di Sangro (32). A Vasto la situazione sembra essere notevolmente peggiorata negli ultimi mesi, tant'è vero che il numero di esemplari morti di cinghiale registrati a partire dall'anno 2018 è tre volte superiore rispetto a quello censito nel 2016 e nel 2017.
Per quanto riguarda i distretti di Lanciano e Chieti, i Comuni più interessati sono Ortona (28), Fossacesia (20), San Vito (18) e Lanciano (17). In questo caso il maggior numero dei decessi si registra lungo statale 16 e la statale 652, la Fondovalle Sangro. Tra i possibili interventi a tutela degli automobilisti, lo studio segnala alcune sperimentazioni innovative, adottate ad esempio in Emilia Romagna, dove è stato utilizzato un impianto che si basa su sensori di movimento, in grado di rilevare e segnalare la presenza di fauna in prossimità della strada e attivare dispositivi luminosi di allarme per avvisare gli automobilisti di ridurre la velocità, solo in caso di reale pericolo.
Altre soluzioni proposte sono la cartellonistica verticale non convenzionale, dissuasori acustico/visivi basati sull'utilizzo di luci a led e in grado di emettere segnali sonori, attivati dai fari degli autoveicoli. Infine app per smartphone che, utilizzando i dati in archivio, segnalano ai conducenti i tratti stradali a maggiore rischio di collisione.
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