Il fratino (Charadrius alexandrinus) è in forte diminuzione in tutta Italia (-50% negli ultimi 10 anni) e anche in Abruzzo vive una situazione di difficoltà. Rispetto al 2018, caratterizzato dai peggiori risultati mai registrati nella nostra regione, il 2019 ha segnato una piccola ripresa.
E' stato presentato questa mattina, nella sede della Direzione marittima di Pescara, il report "Il fratino in Abruzzo" realizzato dall’Area marina protetta di Torre del Cerrano e dal Wwf, nell’ambito del progetto “SalvaFratino Abruzzo” nato nel 2012 e condotto dal 2015 con monitoraggi scientifici. All’incontro hanno preso parte il comandante della Direzione marittima, Donato De Carolis; il comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Giulianova, Claudio Bernetti; il presidente Leone Cantarini e il direttore Fabio Vallarola dell’area “Torre del Cerrano”; Luciano Di Tizio, Wwf Abruzzo. I dati sono stati illustrati dall’ornitologo Stefano De Ritis, responsabile scientifico del progetto.
I volontari hanno controllato tutte le aree dove sono stati segnalati i fratini e ciò ha permesso di individuare 43 nidi che hanno registrato il 51% di successo di schiusa. Si tratta di un dato con ogni probabilità sottostimato perché ovviamente non è stato possibile scovare tutti i nidi sugli oltre 100 km di costa abruzzese.
Quest'anno le aree più interessanti sono risultate la Riserva del Borsacchio con 11 nidi e quella della spiaggia libera del Foro di Ortona (Ch) con 14 nidi. Si conferma l’importante ruolo svolto dalle aree naturali protette costiere nelle quali si registra, tenuto anche conto delle loro ristrette dimensioni, una densità maggiore rispetto alle aree esterne; zone tra l’altro dove le ultime mareggiate non hanno causato danni, grazie all’ecosistema dunale ancora integro. Difficoltà continuano a registrarsi nel Vastese, ma soprattutto a Pescara dove quest’anno non è stato trovato alcun nido.
L’occupazione ormai quasi totale del litorale rappresenta il primo nemico del volatile, perché determina la diffusione della pulizia meccanica delle spiagge che comporta l’aratura e il livellamento innaturale delle stesse con conseguente distruzione dei nidi o allontanamento delle coppie nella fase del corteggiamento. Viene distrutto il 54% dei nidi nel 2018 e il 33% delle uova, per cause antropiche (disturbo, danni non volontari e vandalismo). Problemi derivano anche dagli animali vaganti da affezione (cani e gatti) e dalla predazione naturale.
Sono state inviate segnalazioni a tutti gli organi competenti ogni volta che si è individuato un nido e per la prima volta sono stati censiti e segnalati alle autorità competenti anche nidi di corriere piccolo (Charadrius dubius), specie anch’essa protetta.
All’inizio della stagione riproduttiva, dopo la pubblicazione dell’Ordinanza balneare, è stata inviata una comunicazione a tutti i comuni costieri con le buone pratiche da seguire in caso di presenza del fratino sul territorio comunale.
Inoltre rafforzata la collaborazione con la Guardia costiera: da sempre al fianco degli enti e delle associazioni per la conservazione di questa come delle altre specie presenti lungo i litorali.
In chiusura è stato rivolto un appello per la ricerca di nuovi volontari: chi è interessato a ricevere le informazioni può scrivere a teramo@wwf.it.
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La foto del fratino è di Marco Carafa, del Wwf