I veleni delle megadiscariche di Bussi sul Tirino fanno ammalare. I rischi sono nell'acqua

I veleni sono lì e, a quanto pare, agiscono inesorabilmente. I rischi vengono  soprattutto dall'acqua. Sono le conclusioni del rapporto "Sentieri", ossia lo "Studio epidemiologico nazionale dei territori e insediamenti esposti a rischio di inquinamento" condotto dall'Istituto superiore di sanità sulla popolazione dei 45 Siti nazionali nel periodo 2006-2013. Partendo dall'area di Bussi, con le sue megadiscariche di veleni,  l'indagine ha riguardato Alanno, Bolognano, Castiglione a Casauria, Chieti, Manoppello, Popoli, Rosciano, Scafa, Tocco da Casauria e Torre de’ Passeri, per un totale di 85.610 abitanti. I risultati sono stati resi noti dal Forum Acqua Abruzzo. 

"Mortalità simile a quella che nel resto della regione, ma maggiori tassi di ospedalizzazione e diversi eccessi di malattie che hanno un potenziale legame con gli inquinanti presenti nel sito": questi i dati conclusivi. "In generale in Italia - spiega in una nota il Forum H2O - per tutti i siti l'Iss ha stimato in 12.000 i morti in eccesso per tutte le cause, evidenziando lo stretto legame tra inquinamento di suoli e falde e salute".

Nella zona indicata c'è un eccesso di mortalità per malattie respiratorie negli uomini e per le malattie dell’apparato digerente nelle donne. In eccesso, "in entrambi i generi - scrive l'Iss - i tumori maligni dello stomaco, e del colon retto nelle sole donne. La mortalità per tumore del polmone è in linea con l’atteso negli uomini e in difetto, sulla base di una stima incerta, tra le donne. Tra le patologie non tumorali, le malattie dell’apparato respiratorio sono in eccesso negli uomini".

Per quanto riguarda l'ospedalizzazione, restringendo l'analisi alle "patologie con un’evidenza a priori di associazione limitata o sufficiente con le esposizioni ambientali presenti nel sito, si sono osservati in entrambi i generi eccessi per il tumore dello stomaco, basati su stime incerte, e per le malattie dell’apparato respiratorio; tra queste ultime, l’asma ha fatto registrare un eccesso in entrambi i generi, mentre le malattie respiratorie acute sono risultate in difetto in entrambi i generi. Nelle sole donne è stato osservato un eccesso per il tumore del colon retto". 

Per quanto concerne i bambini "il numero di ricoverati per tutte le cause naturali risulta in eccesso rispetto all’atteso in tutte le classi di età analizzate compreso il primo anno di vita, sottogruppo nel quale si osserva un eccesso anche per le condizioni morbose di origine perinatale. Si registra un eccesso di soggetti che sono ricorsi all’ospedalizzazione per asma da 0 a19 anni. Si segnala un eccesso di ricoverati per linfomi non Hodgkin tra i giovani adulti".

Si evidenziano, tra gli altri, "l’eccesso del tumore della mammella fra gli uomini. Il tumore della mammella è risultato in eccesso nelle ospedalizzazioni anche fra le donne. Il linfoma non Hodgkin è risultato in eccesso come causa di decesso in entrambi i generi, anche se sulla base di stime incerte, mentre è in difetto nel numero di ricoverati... La mortalità per tumore della vescica è risultata in eccesso nei soli uomini, mentre è in eccesso in entrambi i generi, su stime incerte,come diagnosi principale di ricovero. 

Gli eccessi del numero dei ricoverati di entrambi i generi per malattie dell’apparato urinario, in particolare per nefrite, sindrome nefrosica e insufficienze renali e per insufficienza renale cronica".

In conclusione si evidenzia un "carico di patologie dell’apparato urinario che si è ritenuto opportuno segnalare, visto il possibile ruolo eziologico dell’esposizione a sostanze chimiche. Riguardo ai risultati relativi alle malattie respiratorie non si può escludere un ruolo di esposizioni a composti alogenati volatili emessi dai rifiuti sversati illegalmente...".

Per l'Istituto "i risultati qui riportati evidenziano tra i residenti nel sito eccessi, rispetto al resto della popolazione regionale, di specifiche patologie per le quali l’esposizione a contaminanti presenti nelle acque potabili può aver giocato un ruolo causale o concausale, e di patologie a carico dell’apparato respiratorio". 

Inoltre viene sottolineato "che la principale fonte di rischio in questo sito è rappresentata dal consumo di acqua potabile distribuita dall’acquedotto Giardino che ha utilizzato, miscelandole, anche le acque emunte da pozzi contaminati dall’attività industriale". 

Infine i ricercatori raccomandano "di procedere rapidamente alle opere di messa in sicurezza e bonifica ambientale previsti dalla legge, nonché a tutti quegli interventi volti alla riduzione delle esposizioni anche potenziali a contaminanti da parte delle popolazioni".

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