Sos per il lago di Bomba, che ha urgente bisogno del dragaggio dei fondali. Un intervento mai effettuato dall'Acea, spa della capitale che gestisce l'invaso dalla sua creazione, negli anni Sessanta, e che da esso ricava l'energia per illuminare una parte di Roma.
E' l'allarme lanciato, oggi, nella giornata di pulizia delle sponde, promossa da Legambiente Atessa. E che ha visto uniti in un abbraccio reale e simbolico del lago i comuni di Atessa, Bomba, Colledimezzo, Pietraferrazzana, Villa Santa Maria e Pennadomo. Cittadini, associazioni, sindaci ed amministratori "decisi a salvaguardare il bene acqua e a valorizzare il territorio".
Il lago, sito nella media Val di Sangro, nasce nei primi anni ‘60 come importante infrastruttura per la produzione di energia idroelettrica e diventa contestualmente luogo di inestimabile bellezza e di grande rilevanza naturalistica. "A distanza di tanti anni - viene fatto presente in una nota da Legambiente - ed alla luce delle profonde modifiche della situazione sociale ed economica del Paese, c'è il dovere di ripensare la sua funzione. Il momento di riflessione sul futuro dello specchio d'acqua artificiale, - viene aggiunto - ha messo al centro anche l’imminente definizione del bando regionale per l’assegnazione della nuova concessione del bacino idroelettrico, fermo restando che è in attesa della più importante e costosa attività di manutenzione straordinaria prevista per legge".
La concessione della "Grande derivazione per uso idroelettrico Sant'Angelo, che comprende i laghi di Bomba e Casoli e la centrale di Altino", è scaduta a luglio 2013 e la recente normativa affida alla Regione Abruzzo la proprietà ed il compito di indire il bando per affidare una nuova concessione. "I gestori di grandi derivazioni per uso idroelettrico - viene ricordato - sono tenuti per legge (articolo 114 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, numero 152) ad effettuare il dragaggio degli invasi al fine di assicurare il mantenimento della capacità e salvaguardare la qualità dell’acqua, ma i laghi di Bomba e Casoli non sono mai stati sottoposti a simili interventi". Tant'è che, nel tempo, il livello dell’acqua si è notevolmente abbassato offrendo, in modo particolare nella stagione estiva, aree in secca e un panorama di incuria e di degrado e rendendo, tra l'altro, estremamente difficoltoso il prelievo di acqua da parte dei mezzi aerei antincendio.
Serve "modernizzare" il posto, "con interventi di adeguamento e di rinnovamento della diga atti a rendere la sua presenza e la sua gestione sostenibile per l’ambiente e per la comunità, ponderando obiettivi energetici e ambientali. Un territorio che deve puntare a diventare 100% rinnovabile".
"Il lago - si ricorda nel comunicato - è stato interessato dagli anni ‘80 anche da ingenti investimenti pubblici per promuoverne lo sviluppo turistico. Il progetto è stato caratterizzato da alterne fortune ed il territorio attualmente ospita diverse importanti infrastrutture in totale stato di abbandono e prossime alla definitiva distruzione. Ora occorre investire nel turismo attivo e sostenibile attraverso la rigenerazione ed il recupero dei complessi esistenti e puntando sulla qualità della rete dei servizi e sul patrimonio naturalistico e ambientale. Senza dimenticare la necessità di tutela e di salvaguardia di questo patrimonio".
Altra riflessione è sul problema della carenza idrica che affligge negli ultimi anni il sud della provincia di Chieti, alla luce del fatto che l’attuale normativa prevede la possibilità di utilizzare l’acqua utilizzata per scopi idroelettrici, per fronteggiare situazioni di crisi idrica che a causa dei cambiamenti climatici sono ormai diventate croniche, in particolare nel periodo estivo. "La definizione in Regione del bando - viene rimarcato - è il momento ideale per sostenere le istanze del territorio e per sfruttare queste importanti opportunità".
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