Il Consiglio di Stato sospende temporaneamente la caccia ai cervi in Abruzzo. Animalisti soddisfatti

Il Consiglio di Stato sospende la caccia dei cervi in Abruzzo. Tutto bloccato fino al 7 novembre, quando i giudici si riuniranno in Camera di consiglio per deliberare sulla vicenda.

Le associazioni animaliste accolgono la buona nuova con soddisfazione. "A seguito della disfatta davanti al Tar Abruzzo, che non ha accolto il ricorso contro la delibera della giunta di Marco Marsilio - affermano in una nota Lav, Lndc Animal Protection e Wwf - ci siamo rivolti al massimo grado della giustizia amministrativa ottenendo la sospensione del provvedimento della Regione fino alla discussione del 7 novembre".

"E' impensabile - aggiungono - continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici. Il nostro obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per l'ambiente e per gli animali stessi - affermano le associazioni -. La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria''.

Lav, Lndc e Wwf sottolineano "come, oltre agli ovvi danni causati alla popolazione di cervi, la caccia rischi di creare squilibri ecologici importanti in ecosistemi già fragili. L'eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe avere ripercussioni sulle dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con potenziali conseguenze a lungo termine sulla biodiversità locale. La decisione di sospendere la caccia, quindi, non è solo una vittoria per gli animali, ma un passo nella direzione di un approccio più scientifico e responsabile alla gestione della fauna selvatica". Lav, Lndc Animal Protection e Wwf saranno quindi davanti al Consiglio di Stato "per portare le loro ragioni nella speranza di ottenere uno stop definitivo a questa follia".

"Ribadiamo l'importanza di considerare gli animali selvatici - rimarcano - non come risorse da sfruttare, ma come parte integrante del nostro patrimonio naturale, che va tutelato e rispettato.Non possiamo permettere che l'interesse di pochi prevalga sulla salvaguardia della natura e degli animali che la abitano. L'unica via è quella del rispetto e della convivenza pacifica". Oggi sarebbero dovuti partire gli abbattimenti, ma la Regione e gli Atc non erano stati in grado di chiudere correttamente le procedure di autorizzazione, e quindi si era già parlato di rinvio.

"Continuiamo a chiedere alla Regione di tornare indietro - concludono le associazioni -. Marsilio deve prendere atto che non ci sono né i motivi, né, a questo punto, le condizioni tecnico-procedurali per consentire ai cacciatori di uccidere quasi 500 cervi. Farebbe sicuramente una più bella figura bloccando questa strage e avviando un confronto serio. Da parte nostra, continueremo la nostra campagna per impedire che l'Abruzzo da regione dei parchi diventi la regione delle doppiette". 

Già la Regione nella mattinata aveva spostato a novembre l'abbattimento cervi previsto negli Ambiti territoriali di caccia (Atc) della provincia dell'Aquila (Barisciano, Sulmona L'Aquila Avezzano e Valle Subequana). Il prelievo è stato deciso per le aree al di fuori dei parchi e di quelle contigue alle zone protette. La decisione è stata assunta dall'assessore regionale, Emanuele Imprudente, perchè negli Atc "devono ancor emanare gli avvisi pubblici per l'assegnazione dei capi da abbattere e mancano da definire diversi aspetti come l'acquisto delle fascette per punzonare e identificare i capi abbattuti e lo smaltimento degli stessi che sarebbe stato affidato ad un imprenditore agricolo di Anversa degli Abruzzi". 

"Grazie al Consiglio di Stato che ha accolto la nostra istanza di sospensiva - commenta Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell'Ambiente e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente -. Sotto la maschera del piano di contenimento, c'è un programma venatorio a vantaggio dei cacciatori, la lobby più vezzeggiata da tutte le Regioni italiane, del loro diletto e delle loro casse (i proventi da tariffario andranno agli Ambiti territoriali di caccia). Del resto, come dimostrano esperienze pregresse con altre specie, gli abbattimenti di massa non hanno mai risolto veramente i problemi".

"A Marsilio dico: 'E' vergognoso che la giunta regionale perda il suo tempo a fare clientelismo venatorio per raccattare i voti di quella parte di cacciatori che non vede l'ora di sparare ai cervi, mentre viviamo una crescente emergenza sanitaria con liste d'attesa interminabili - tuona Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione comunista -.  La presenza dei cervi in Abruzzo è un grande attrattore turistico. Fanno più loro per l'economia regionale che tutta la giunta messa insieme. Marsilio farebbe bene a ripensarci e ad ascoltare la voce della gente". 

"Abbiamo sempre denunciato come questa scelta fosse non solo inadeguata dal punto di vista ambientale, ma eticamente insostenibile", afferma Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei Deputati e coordinatore del Comitato Pianeta 2050 del Movimento 5 Stelle. "Il provvedimento regionale, che stabiliva compensi per i cacciatori che abbattessero i cervi, ha scatenato un'ondata di indignazione. Non possiamo accettare che la fauna selvatica venga mercificata. L’azione delle associazioni ambientaliste ha dimostrato quanto sia importante combattere per difendere i nostri ecosistemi". 

"Non posso che accogliere con grande gioia la notizia che arriva dal Consiglio di Stato. Vogliamo una regione simbolo di armonia tra Natura ed esseri umani e sta a noi tutelare questa realtà", dichiara in una nota la deputata abruzzese del Movimento 5 Stelle Daniela Torto.

"Alleanza Verdi Sinistra - fanno presente Alessio Monaco, consigliere regionale e Daniele Licheri, segretario regionale Si - si è mossa da subito per impedire la mattanza di cervi che nulla a che fare con l’immagine che abbiamo in Italia e in Europa: quella di regione verde capace di valorizzare e promuovere la pacifica convivenza tra l’uomo e la grande biodiversità del territorio. Sappiamo che la battaglia non è ancora vinta ma continueremo a lavorare per far sì che accada". 14 ott. 2024

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